Iset |
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| Annuì e volse silenziosa il suo sguardo alla sala. Pareva guardare negli occhi ogni nobile, dignitario o intendente che fosse presente alla cerimonia. Sapeva quanto dicevano sul suo conto. In molti pensavano che non fosse adatta a quel ruolo. Sebbene bella e di nobile lignaggio, raffinata ed educata era troppo giovane. Diciassette anni erano troppo leggeri per poter regnare. Il Cerimoniere si avvicinò alla sua destra e le porse il cubito d'oro, simbolo di Ma'at, perchè parlasse con giustizia e verità. Quando parlò Nafretiri lo fece con voce pacata e chiara, senza perdere la propria umile sincerità.
" Fin dal Tempo degli Dei, l'Egitto è figlio unico della Luce e il Figlio dell'Egitto è assiso su un Trono di luce. Al suo fianco siede una Regina che al suo pari protegge queste Terre e le rende prolifiche. E' vero, sono giovane e forse lo sono troppo per regnare.."
Fece una pausa, osservando come alcuni abbassarono lo sguardo, colti in flagrante.
".. Ma chi può avere la presunzione di dire di esserlo? Per quanto saggio e sapiente, non lo sarà mai abbastanza. Chi desidera regnare è un insensato o un incapace, che non comprende il laborio e la fatica di ogni giorno del Faraone. Soltanto la mano della divinità si impadronisce di un uomo per farne un sacrificio. Da oggi sono Regina e divengo la prima servitrice di questo Paese e del suo popolo. Non avrò più diritto al riposo ed alle gioie pacifiche delle altre donne. Il timore che provo oggi si trasformerà in esperienza ed indicherò al Faraone la giusta via da seguire, con la benedizione degli Dei. Amo e amerò l'Egitto più del mio stesso essere, per questo il cammino mi verrà svelato.."
Tutto, da che era nata, era servito a quel momento, a formarla, a renderla quella che sarebbe stata una degna Regina d'Egitto. Da quel giorno avrebbe fatto di tutto per diventare una grande Regina.
".. Così piaccia agli Dei. Sul nome del Faraone giuro di non venir mai meno al mio impegno e di osservare sempre i bisogni dell'Egitto prima dei miei e non mi fermerò in cerca di riposo sino a che l'Egitto non sarà prospero e sereno."
Le grida di giubilo le giunsero forse distanti. Con un pacato sorriso si volse verso il Faraone in cerca di un cenno di assenso.
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