Insonnia

"Sì, piace anche a me, dà sempre la sensazione che niente sia completamente finito. E' rincuorante pensare che è sempre lo stesso sole che vediamo tramontare ogni sera"

Gli occhi della ragazza si inumidirono, e lei si sbrigò ad asciugarli col dorso della mano, sperando la sacerdotessa non se ne fosse accorta.
Guardava sempre l'alba quand'era piccola, pensando a suo padre, sperando tornasse.
Da quando era morto aveva sempre evitato di guardarla, troppi brutti ricordi.
Ma adesso era contenta essere lì e di aver osservato quello splendido miracolo che si ripeteva ogni mattina, non aveva avuto problemi, adesso non era da sola.

*Matty, da brava sacerdotessa, era in grado di leggere le emozioni altrui.. ovviamente si era accorta di ciò a cui aveva pensato la ragazza, ma non voleva metterla inutilmente in imbarazzo, perciò stette zitta.*
E' Ra, che ci ricorda ogni mattina che lui è Dio della Luce, che è qui per scacciare le ombre della notte... per proteggerci.
*Sorrise amaramente.
Era stata sua madre a raccontarle per prima quella storia, e lei ci aveva creduto... ma quando suo padre era morto, davanti a lei, non aveva più creduto in nulla, fino all'arrivo nel tempio.
Era stato lì che era cambiata la sua vita..
Improvvisamente pensò alla ragazza: aveva un posto in cui andare a riposare?
Aveva qualcuno ad aspettarla, da qualche parte?
E chi poteva saperlo?
Però le sarebbe dispiaciuto, se fosse rimasta così, in mezzo alla strada... per lei era già tardi, doveva tornare al tempio, per pregare alla nascita del nuovo giorno insieme alle sue sorelle e alla Gran Sacerdotessa.
La guardò, così piccola rispetto all'immensità del cielo.. no, non poteva lasciarla lì così*
Ti va di venire al tempio con me? Io devo tornare a casa, ma mi dispiacerebbe lasciarti qui così.

"Io..."
la ragazza vacillò un poco, incerta.
Non voleva essere di disturbo, e poi lei non aveva bisogno di nessuno, era abbastanza forte da sola, doveva esserlo!

Un grido le lacerò la testa, si guardò intorno per individuarne la causa, ma si rese immediatamente conto che non veniva dall'esterno, era dentro di lei, nella sua mente.
Nel ricordo di una ragazzina apoggiata sul padre morente, un unico grido dalle sue giovani labbra
"Non voglio rimanere sola!"

Quel grido ora le esplodeva nella testa, e Shira lo sentiva vivo dentro di lei, poteva far finta di essere dura, fredda, poteva illudersi di non aver bisogno di nessuno, ripetersi che gli altri erano solo strumenenti utili...ma, in fondo, lei era ancora quella ragazzina, in quella piccola casetta.
Una ragazzina spaventata dalla vita, che non voleva rimanere sola.

Scosse la testa per liberarsi di quei pensier ed annuì a Matty
"Sì, mi farebbe piacere"
rispose con un sorriso forzato, non era nello stato d'animo più adatto a sorridere, ma la sacerdotessa era stata così gentile che un sorriso se lo meritava.

*Lei, capendo in un certo senso lo stato d'animo della ragazza, appoggiò una mano sulla sua spalla.
Riconosceva chiaramente le emozioni che lei stava provando, un pò per il suo essere sacerdotessa, un pò perchè anche lei, qualche tempo prima, si era sentita allo stesso modo.
Quando anche sua madre era morta, poi, aveva fatto di tutto per non piangere, per tenersi il dolore dentro, ma, pur mettendoci tutta la buona volontà, non c'era mai riuscita... e si era sfogata studiando.
Sorrise in modo sincero alla ragazza: la capiva, e lei probabilmente non sapeva quanto*
Andiamo, allora.
*Le disse, per poi incamminarsi, con passo lento e sicuro, verso l'uscita dalla città, dove sorgeva il tempio.
I raggi del sole, dietro di loro, sembravano confermare ciò che la sacerdotessa aveva detto poco prima: riscaldavano, confortavano, in un certo senso... e ricordavano a Matty che lassù, da qualche parte, qualcuno la stava proteggendo.*