| E Gyasi infine, comparve. Nulla sembrava scotere la sua anima eterna e la sua aura di morte nera era tersa e priva di increspature, come la superficie di uno specchio d'acqua, quando nnon c'era vento. Tutto sapeva e nulla disse. Li guardò tutti e nessuna emozione parve animare le immortal membra di prezioso marmo. Lui era sempre il più forte. Egli era il Primo e l'Unico capostipite di quell'infame e nobile razza. Tutto i suoi occhi potevano scorgere, a dispetto di mura e magie e le sue orecchie udivano i sospiri del vento, alle orecchie dei colossi di Memnone persino in quel momento. Guardò Alucard per primo, con compassione. Stolto e presuntuoso, borioso e pieno di sè, così vulnerabile nel suo ritrovato cuore. Sisila bella e tenebrosa, la Notte stessa se gli avesse offerto la Luna più pura e le stelle più fulgide, non sarebbe parsa più bella. La sua era la bellezza degli angeli, ma in seno covava il nero fuoco di una passione dalla forza distruttiva. E il suo sguardo infine, indugiò su Neferty, candida rosa fra le spine scarlatte. La dolce ed ingenua, capricciosa e lunatica, orgogliosa e giocosa, presuntuosa ed egoista.. Giovane e fragile creatura mortale. Aveva pazientato, sopendo la voce del proprio buonsenso e del proprio onore, per far quel che più reputava necessario a farla sentire a proprio agio ed amata e cosa otteneva in cambio? Si era presa gioco di lui e del suo amore, del rispetto che aveva avuto di lei e del suo volere. Sapere che aveva donato ad un altro quel che spettava a lui era stato doloroso come una spada nel cuore, come una cinta di spine avvelenate.
Parlate di onore e rispetto e vi azzannate come sciacalli affamati... Voi che siete venuti dopo di me, avete già smesso di vedere e sentire, che la nostra razza sta decadendo, scivolando nell'onta e nel disonore, tacciandosi di essere parassiti... Comportatevi per la nobiltà del sangue che avete in corpo e agite di conseguenza.
Parole dure, taglienti, nate da una mente martoriata dal dolore del ricordo e della coscienza e da un cuore spezzato, da chi gli aveva ridato l'illusione della vita. Cosa sarebbe accaduto, nemmeno Gyasi lo sapeva..
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