Iset |
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| Iset non riusciva a stare con le mani in mano. Prese un'anfora in terracotta, mirabilmente dipinta ed uscì in giardino, direttamente dalla propria camera. Si guardò attorno malinconica... Le sarebbero mancati i suoi alberi, i suoi fiori... Le passeggiate notturne e le "lezioni" di Sary, che più che un giardiniere, pareva un filosofo. Camminando lenta, osservando attorno con cura meticolosa, si diresse verso la parte posteriore della casa, dove in una zona a loro riservata, stavano i serpenti di sua madre.
Fin da piccola le aveva insegnato a maneggiarli, prima ancora ad amarli. Era incredibile, quanto potessero apparire freddi ed insensibili, mentre invece erano leali e fedeli. Sua madre aveva imparato nei templi greci, dalle Sacerdotesse che covavano l'uovo di quello che sarebbe stato il proprio serpente, fra i seni. E così aveva fatto con Cia, la sua vipera. Era completamente nera e passava il più del tempo nella tunica della propria padrona, quando gliene si dava l'opportunità. La prese, ma non la posò nell'anfora, il rettile prese ad avvolgere sue spire intorno al braccio della giovane, che si alzò e tornò in casa.Non noti nessuno fuori???
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