Nefer-Iset-meri, si reca a ringraziare gli dei

* Si, è vero, sarà bene uscire da quì almeno!*
Disse sentendo il bisogno di avvertire il sole sul viso.

Carite la precedeva... Le sembrava di essere divenuta tutt'a un tratto di cristallo e tutti si affaccendavano intorno a lei con morbidi guanciali di velluto.
Non che potesse star molto tranquilla prima, ma ora esageravano.
Strizzò l'occhio a Nefer e le sussurrò
*.. Non comprendono che ho chi mi fa già molto bene la guardia...*
Da sotto il velo, lasciato sulle spalle, amò di stola, comparve appena la testa di Cia, l'aspide di Iset che vigilava attenta.

Sospirò, stralunando gli occhi e ghignando sarcastica disse
* Come vi capiscono signora!! I miei genitori sono sempre stati molto apprensivi, ma non mi capacito di come mai da stamattina mi trattano tutti, come se fossi un fiore particolarmente fragile... Ma temo, mi vedessero difendermi, sarebbe sempre lo stesso.*

Carezzò la testa nera di Cia che sembrò gradire il gesto affettuoso. Le ricoprì la testa, il tempio era forse troppo freddo per lei.
* L'ho fatta nascere io, sapete? Ho scaldato giorno e notte il suo uovo col mio corpo e quando posso la porto sempre con me. Me l'ha insegnato mia madre, che ancora camminavo a stento!*

* Perchè non ho paura di lei, perchè ha la mia fiducia. Se le venisse meno il mio affetto, la mia fiducia e la mia sicurezza, non terderebbe ad uccidermi. Ormai sono due anni che è con me... Ed io ho maneggiato serpi ben più pericolose.*

Arrossì per quella constatazione, ma rispose alla prima parte soltanto
* E' una dote che si acquisisce con pazienza e disciplina. Si impara ad attendere e ad essere veloci nel momento opportuno.*

* Sarebbe il caso... Ma non ho voglia di chiudermi in qualche posto...* Si sentiva un nodo alla gola al pensiero di trovarsi di nuovo al chiuso.

*Oh, splendida idea!* Disse sorridendo felice di quella proposta.