Tempo per riflettere..., Lungo il viale delle Sfingi

Nebi capì di chi stava parlando poichè la stessa persona si era confidata pochi giorni prima con lei.

- Sii ragionevole. Analizza il perchè del tuo atteggiamento. Ipocrita non sei altrimenti non ti emozioneresti tanto. La tua vittima ti avrà sicuramente fatto del male, ma tu non devi lasciare che questo dolore ti spacchi dentro. Non lo vedi tu stessa? Come ti stai riducendo? Il tuo animo è sofferente.-

disse il leone rimanendo dov'era ma tirandosi su a sedere.

"...ormai non ha più importanza..."


In effetti...sapeva che entro poco tempo, sarebbe successo qualcosa per cui tutto ciò sarebbe stato inutile. Forse questi sentimenti sarebbero scomparsi...

Il leone guardò la ragazza, turbato dal suo atteggiamento.

- Sembra che non sia tutto qui. È successo altro nel frattempo? Non so, ma mi sembra di avvertire un cambiamento in te. Non dovuto al tuo animo, esso è immutato, ma ho come la vaga sensazione di qualcosa di diverso. Un pericolo quasi...-

disse Nebi ad un tratto.

"Un pericolo...? Ah, bè...si, credo che si possa definire un pericolo...."

Ma era la sua ancora di salvezza. Se avvesse potuto uccidere quel sentimento...si...ecco cosa aveva tentato di uccidere...non era Iset...

...ma aveva umanamente fallito.

Ankhnut poteva aiutarla. Poteva liberarla dal suo lato umano. Per questo era rimasta affascinata da quella vampira, per questo si era lasciata manipolare...

Nebi intuì che la sua diversità proveniva da un pericolo antico quasi quanto lui.
- Non sarò io a giudicare le tue scelte. Come re delle sfingi e loro capostipite posso solo consigliarti. E a questo proposito vorrei ricordarti un piccolo dettaglio. Il compito di noi sfingi è quello di proteggere il Faraone, i portali di accesso al Duat e i segreti immortali che si nascondono dietro a molti eventi che si verificano tutti i giorni. Ma il nostro compito è anche un altro. Impedire l'accesso a questo luogo ai nostri grandi nemici. A volte, su richiesta, cercarli, scovarli e ucciderli. Per questo abbiamo sviluppato dei sensi fortissimi che ci avvertono della loro seppur vaga presenza. Sai di chi sto parlando?-

chiese allontanandosi di qualche passo. Non voleva minacciare la ragazza, anzi, il suo voleva essere solo un consiglio.

"Credo di si, Nebi..." ammise lei.

Ma non alzò lo sguardo e non aggiunse altro. Certo...era ovvio...le parole di Ankhnut continuavano ad eccheggiarle dentro, per continuo monito...

- Allora...che hai da dirmi in proposito piccola Kore?-

chiese Nebi, che aveva paura dell'avventatezza della ragazza in un momento di sofferenza.

- Non credere che non me ne sia accorto.-

disse alludendo alla condizione energetica di Kore.

Kore fissò per qualche istante Nebi, con sguardo sorpreso. Poi accennò ad un seppur vago sorriso.

"...mi dispiacerebbe se un giorno diventassimo nemici Nebi...è solo questo che mi dispiace...." mormorò, lasciando che gli occhi si riempissero di lacrime.

- Lo sai che non potrei farti sconti, se dovessi avvicinarti a questo luogo dovrei ucciderti. Ne sei consapevole?-

pronunciò quelle parole con estrema sofferenza. Come avrebbe fatto il suo cuore a sopportare un peso tale?

- Sei sicura che quella sia la via giusta?-

domandò nella speranza di poterla far ragionare.

" Sono consapevole di quello che accadrebbe se io intraprendessi quella strada...ma...nonostante io non ne sia affatto sicura, non vedo alternative..." disse, reprimendo i singhiozzi.

"...penserai che io sia stupida, e forse è davvero così...ma...ora come ora, non ho niente da perdere, Nebi...proprio nulla..."

- Non vedi altre vie? Hai provato a parlarne con qualcuno?-

chiese cercando di trovare una soluzione insieme a lei.

"Non puoi parlare con qualcuno che non c'è..."

Con chi avrebbe potuto parlare...? Era sola lei. La sua famiglia era chissà dove dispersa nel mondo, e l'unica che avrebbe saputo ascoltarla era proprio sua sorella.

Ma cosa poteva fare se ora era sua sorella il suo vero problema?

Nebi riflettè, fece un paio di giri su se stesso, muovendo la coda in modo nervoso, ed infine si sedette.

- Potresti parlarne con Neferty o con me.-

disse accennando un sorriso che scoprì involontariamente la temibile dentatura.

"...bè, sono qui...con te...è già qualcosa no...?"

Poi aggiunse ridacchiando."Ma ti prego non sorridere più in quel modo che fai impressione..."

- Ops, scusa!-

disse portandosi una zampa sulla bocca e serrando le labbra immediatamente con aria contrita ma che risultò comica a vedersi.

- Ecco. Allora parliamone. Perchè non pensi di avere altra scelta? Insomma vuoi proprio diventare un vampiro? Sai cosa diventeresti? Un mostro assetato di sangue. La tua sete non si placherà facilmente. Molti innocenti moriranno sotto la pressione delle tue zanne. Un rimorso enorme ti assalterà la coscienza ogni volta che ruberai la vita a donne, bambini e giovani uomini. Ti rendi conto in che abisso di orrore ti stai cacciando? E per cosa? Per chi?-

chiese alzandosi in piedi e raggiungendola nuovamente.
L'espressione del suo volto era grave e addolorata.