| La luce azzurrina sparì lentamente la luce tornò quella delle torce che illuminavano la stanza, un calore lo avvolse e aprì gli occhi ancora lenti a riabituarsi alla luce, Thutmosis, si era svegliato. Tornato finalmente da quel sonno di oblio in cui era piombato, il Dio Amon Rà aveva accolto la sua preghiara salvandolo. Li protetto da quel torpore il Faraone, ancora non sapeva quale prezzo i suoi uomini avevano dovuto pagare per colpa di Sekhmet. Lentamente si issò sulle proprie braccia poi si alzò in piedi. Lo sguardo ancora perso che spaziava dall'occhio sul pavimento alla statua, poi un pensiero lo fece tremare, che cosa era successo mentre lui era incosciente? Come stava sua moglie? Uscì velocemente dalla stanza pur malfermo sulle proprie gambe, quanto fosse stato incosciente non lo sapeva, ma intendeva scoprire cosa fosse realmente successo. Trovò una delle sue guardie, il quale veloce li prestò aiuto, ma fiero con una mano lo allontanò...
Cosa è successo? Parla!
La guardia intimorita si inginocchiò e riuscì solo a balbettare poche frasi sconnesse, il Faraone sembrava, terribile quasi fuori di senno. Gli disse che cinque giorni erano passati dall'attacco di Sekhmet, quattro dei suoi servitori a Palazzo erano morti. Li avevano trovati, ma nessuno sapeva cosa fosse accaduto realmente. Disse che alcuni Sacerdoti avevano riconosciuto i segni del passaggio della Dea. Tutto inutile, senza difesa tutti falciati. Caduti a terra, afflosciati come bambole di pezza improvvisamente, un netto taglio alla gola solamente inferto senza pietà alcuna dall Dea che ne aveva poi bevuto il sangue. La guardia con voce tremante inoltre, spiegò che tutti avevano temuto il peggio per lui non trovandolo. Il Faraone, pensò...cinque giorni, un tempo lunghissimo. Iset era ancora dove sapeva? Cosa le era successo? Ancora un pò incerto e lasciando la guardia li si mise a correrre, la doveva trovare, accertarsi che stesse bene.
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