Ritorno alla normalità.

Con aria da cucciolo bastonato, Ophois si avvicinò ad Iset e le leccò dolcemente una mano, quindi posò il muso sul grembo di lei.
Non aveva il coraggio di cambiare sembianze.

Gli sorrise mesta, carezzandogli il folto e morbido pelo, fra le orecchie.
Si ricordava dell'ultima volta che l'aveva visto in questa forma... Sekhmet l'aveva catturata e la stava torturando e lui l'avea salvata con Horus e Rà.

Amenhotep si agitò nella cesta, avvertendo un'altra aura divina, ma infine, si portò un piedino alla bocca, prendendo a masticarlo con le tenere gengive.
Iset sorrise un poco più rilassata e sussurrò

" Dovrò dunque parlare con un lupo?"

- Non sarebbe meno doloroso?-

chiese la voce di Ophois giungendo dall'etere intorno all'aura del lupo.

" A te la scelta..."

Disse soltanto lei, continuando a carezzarlo.
Piegò il capo, schiarendosi la voce.

" Come stai?"

- Terribilmente male Iset.-

rispose dopo un momento di silenzio e accompagnando l'affermazione con uno straziante guaito.

" Lo so e me ne dispiace..."

Rispose poggiando la fronte sul muso del lupo.
Prese un profondo respiro e gli parlò di nuovo.

" Ophois, io devo dirti una cosa, non so quanto possa farti piacere, ma dobbiamo chiarirci."

Non attese che rispondesse e senza alzarsi o smettere di carezzarlo dolcemente, proseguì.

"... Io so che Ma'at ti ama.
Lo sento chiaramente. Ti ama come ti amava un'eternità fa e come ti amerà fra mille ere.
Ti ama con la costanza e la forza della Terra, ma anche con la dolcezza del Vento del Nord nelle giornate afose.. é un amore caldo come il Fuoco e limpido come l'acqua...
E soffre. Soffre terribilmente per il tuo dolore. Ma continuerà ad amarti sino alla fine, anche e soprattutto nel giorno, in cui io mor... Quando sarà libera da me. Allora sarete di nuovo tu e lei e potrete chiarirvi, decidere se dividere ancora un comune destino come amanti.
Ma io non posso amarti come ti ama lei, Ophois, mi capisci?
Per me sei un fratello, sangue del mio sangue e sto male nel sapere che ti ho ferito.
Non voglio perderti, ma non voglio nemmeno costringerti a nulla...
Nè costringere me stessa. Ti sono legata come e più di una sorella ed è questo l'amore che posso darti..."

In quel mentre le parole non sarebbero servite a spiegare l'emozione del Dio.
Immensamente ferito, ma anche grato alla giovane per aver accennato a ciò che lo stava rovinando si scostò piano da lei e prese sembianze umane.
Finalmente Iset poteva guardare negli occhi Ophois, che in ginocchio dinanzi a lei, piangeva lacrime di muto dolore.

Lei abbassò lo sguardo non potendo sostenere quegli occhi, si morse l'interno del labbro , incapace di muoversi.

" So che non è quello che vuoi da me e me ne dispiace infinitamente... Ma altresì non posso fare altrimenti. Vorrei averti ancora vicino, chiederti di restare.. Ma non posso obbligarti a farlo, se questo ti fa soffrire."

- Ogni tuo desidero è un ordine mia regina!-

disse chianando il capo e prendendole una mano tra le proprie.

- E ti chiedo perdono per il mio comportamento dell'ultima volta che ci siamo incontrati. Fu per salvarti la vita che agì in quel modo, a costo di ferirti.-

disse piano, misurando le parole.

" Per te, non potrei avere ordini..."

Rispose ancora senza alzare il capo, ma lasciando che prendesse la sua mano.
Era così piccola confronto quella di lui!
Le fece tenerezza quel particolare...

"... A proposito... Grazie. Grazie per averci salvato..."

- Era il minimo che potessi fare!-

disse Ophois.

- Ed ora sei al sicuro Iset.-

mentre diceva quelle parole, i lividi sul collo e il conseguente 'indolenzimento svanirono, lasciando la pelle levigata e integra.

Annuì più volte, azzardandosi ad alzare lo sguardo al suo.
Avvertì uno strano formicolio al collo e quando comprese quel che aveva fatto, gli sorrise.
Gli sorrise col riso suo più gioioso, quello che gli rivolgeva quando si ritrovavano, lo stesso immutato sorriso da 17 anni a quella parte.

"... Grazie..."

- Di nulla!-

Fu la sola risposta. Tentò di sorriderle, mentre ammirava quelle labbra che tanto amava.
Come avrebbe voluto baciarla, lasciarsi andare. Per anni aveva covato un amore segreto per lei, ma era riuscito a controllarsi. Fino a quel giorno in cui si unirono carnalmente. Da quel momento Ophois non trovava pace per quel sentimento troppo a lungo represso.
Sorrise stentatamente, ma non c'era gioia nel suo volto, solo profonda mestizia.