Nel deserto...

- Ma, vedi, quello che non capisco è il perchè di tale condanna...-

- Vuoi dire che sei il figlio di un Dio? Ma quale?-
chiese Neferty sempre più interessata alla faccenda...

La fissò curioso. Possibile che una Sacerdotessa non lo sapesse? Lo stava forse prendendo in giro? Tuttavia rispose tranquillamente.

Il Dio Anubis... Il Signore dei Morti, dalla testa di sciacallo è colui che mi ha generato.

"Ma certo! Che sciocca! Come aveva potuto scordarsi una cosa simile?"
Sorrise al vampiro che probabilmente la considerava una povera ottusa e si sistemò meglio sui cuscini.
Era palesemente in imbarazzo....

Ma mettiamola così, non è mai stato un padre presente nè tantomeno tenero.

Ammise lievemente seccato.

- Ma non credo possa essere stato lui a punirti. In fondo sei suo figlio!-
disse Neferty provando della pena per Gyasi.

Neferty si rattristò a quelle parole.
Come poteva essere che un padre dimenticasse i suoi figli?
Che razza di Dio era Anubis?

La osservò attentamente, con uno sguardo talmente profondo che sembrava osservare attraverso la carne di lei. Dopo alcuni istanti interminabili, le si avvicinò carezzandole il volto, delicatamente, con il dorso delle dita.

Non rattristarti. Non quì e non questa sera...

Le sussurrò all'orecchio.

La sacerdotessa cercò di seguire il consiglio del vampiro.
- Hai ragione non dovrei rattristarmi ma il racconto che mi hai appena fatto è triste. Se mi vuoi allegra sarà meglio cambiare argomento.-
suggerì la giovane.

Ebbene mia cara, dimmi... Domani sarai libera da ogni impegno, da ogni destino... Cosa vuoi fare?

Domandò, sinceramente curioso.

Neferty ci pensò un momento...
cosa avrebbe potuto fare?
Ah si....
- Penso che mi piacerebbe andare a visitare il Palazzo del Funzionario del Basso Egitto. Dicono che sia immenso e scavato nella roccia ma io non l'ho mai visto.-
rispose sicura.

Sorrise intenerito da quella richiesta.
Ogni uomo o donna di fronte a quella decisione avrebbe forse chiesto di arrivare a vedere le porte del Duat e di poter tornare indietro per raccontarlo.
Ma non lei. Le poggiò una mano sulla guancia, non in una carezza sfuggente, ma in un gesto pacato e fermo, godendo del calore della pelle di lei.

Dunque domani, lo visiterai.