Neferty e Gyasi in visita al Palazzo.

... Lo lascio scoprire a te, se vuoi saperlo...

Le sussurrò sibillino.

- Io...io...-
balbettò Neferty, conscia della vicinanza con il suo corpo.
Ma che le prendeva?
Come mai avvampare così?
E perchè quella strana sensazione alla bocca dello stomaco?
E poi così? Tutto d'improvviso?
Neferty non ci capiva più niente...

- Va bene.-

rispose timidamente.

- Che facciamo ora? Rimaniamo invisibili o torniamo normali?-

chiese titubante.
Non sapeva più come prendere Gyasi.
Pareva che la situazione le fosse sfuggita di mano e non sapeva più come comportarsi.

Non volevi forse visitare luoghi e stanze segreti ed inacessibili? Facendoci vedere potremmo incorrere in alcuni... Problemi..

Le fece notare lui, carezzandole la schiena con una mao. Un gesto spontaneo, privo di malizia..

- Hai ragione!-

rispose la giovane accettando senza fare commenti la carezza sulla schiena.

- Andiamo quindi. Desidero visitare ogni anfratto di questo posto.-

aggiunse guardandolo serena e facendogli un bel sorriso un pò birichino.

Le sorrise, divertito da quell'espressione teneramente dispettosa.
Le si inchinò esageratamente, cedendole il passo..

Neferty s'incamminò con passo deciso verso una porta chiusa al pubblico.

- Entriamo!-

esclamò.

- Sono curiosa di sapere cosa si cela dietro a questo portone.-

spiegò all'insolito compagno di viaggio.

Ridacchiò della nuova intraprendenza di lei che, tuttavia, non perdeva nulla della sua innocenza, rendendola solo più intrigante.
Con un gesto della mano fece scattare la serratura chiusa, lasciando che la porta si aprisse e le cedette nuovamente il passo.

Neferty entrò nella stanza quasi precipitandovi.
Stranamente era illuminata da torce appese alle pareti.
Si trattava di una stanza ovale, abbastanza spartana, con un grande giaciglio addossato ad una parete e al centro un grosso tavolo con diverse sedie. Ad una delle estremità della sala era stata messa una statua raffigurante Anubis. Quando la giovane la vide trasalì cercando di indovinare la reazione di Gyasi. Era una strana stanza, con candele un pò ovunque. Candele rosse e nere se ne stavano su diversi candelabri e si respirava un'atmosfera di incenso e oppio.

- Cosa fanno qui dentro Gyasi?-

chiese mentre brividi le percorsero la schiena.

La strinse protettivo a sè, indietreggiando di qualche passo, per allontanarla da quel luogo.

... Niente di buono, sarà meglio allontanarci.

Le sussurrò mentre si frapponeva fra lei e la statua del Dio.

Neferty non riusciva a staccare lo sguardo dalla statua.

- Eppure...-

mormorò avvertendo una strana vibrazione nell'aria.
Anubis non le aveva mai parlato e forse non l'avrebbe mai fatto, ma trovarsi lì con suo figlio rendeva il tutto misterioso ed eccitante seppur spaventoso.

Cosa?

Gli domandò lui, osservandola attentamente.
Non l'avrebbe costretta a nulla, gliel'aveva promesso e quindi non la forzò verso l'uscita.
Ma continuava a frapporsi fra lei e la vista di quella stanza, per proteggerla, sperando in cuor suo che lei capisse la vera natura del suo gesto.

Neferty non indietreggiò. Rimase immobile qualche momento, come rapita da una strana forza, quindi si riscosse.

- È meglio andare giusto?-

chiese guardandolo con aria innocente.

Si mia cara, sarebbe meglio...

Rispose lui, soggiogato da quello sguardo.