Isis

Riposo per la Gran Sacerdotessa

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Ophois
view post Posted on 1/11/2007, 08:28




- Grazie per l'ospitalità Nefer. Ma bada, nessuno deve sapere chi si cela dietro al soldato che sono diventato, perché è così che mi conoscono gli uomini. Non come Dio, non come lupo, niente di tutto ciò. Tu sola al Tempio saprai della mia presenza. anche se in molti avvertiranno un'aura divina. Ma probabilmente l'attribuiranno alla sacralità del posto no?-

disse Ophois che desiderava più di ogni altra cosa prendersi una pausa da tutto quello che era successo, prima di rimettersi in viaggio in cerca di Neferty. In fondo la sacerdotessa aveva fatto autonomamente la sua scelta e lui non poteva far nulla per dissuaderla, ma sarebbe intervenuto in suo aiuto qualora si fosse reso necessario. In quanto ad Iset, beh, quella era una grande ferita, un grande dolore in fondo al cuore, che doveva guarire. Desiderava vederla, riabbracciarla, ritrovare la spensieratezza insieme a lei, ma allo stesso tempo temeva di soffrire troppo nel solo vederla.
 
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¤.Mëlian.¤
view post Posted on 1/11/2007, 11:35




non preoccuparti, nessuno saprà chi tu sia realmente.
Diremo che sei un soldato in cerca di riposo e fede, e dubito che le mie sacerdotesse possano indagare oltre.
Il tuo aspetto e la corporature è quella di un soldato, per cui, non ci saranno grossi problemi

sorridendo, si limitò a rimanere in silenzio per un pò, prima di parlare nuovamente
cosa pensi di fare dopo essere stato al Tempio?
 
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Ophois
view post Posted on 2/11/2007, 07:14




- Probabilmente riprenderò da dove ho lasciato. Mi metterò sulle tracce di Neferty ma prima mi recherò a palazzo per salutare la Regina. Da quando Sekhmet è stata sconfitta la mia presenza non le è îndispensabile...-

si bloccò, immergendo una mano nell'acqua calda e increspando la superficie con movimenti lenti e ondulati.
 
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¤.Mëlian.¤
view post Posted on 2/11/2007, 11:55




capì che quel discorso doveva essere molto difficile per lui, così non disse nulla, ma si limitò a fissare anche lei l'acqua.
Si riscosse sorridendo

io non penso sia così.. anzi, credo che Iset sarà felice di rivederti!
continuò allegramente
 
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Ophois
view post Posted on 2/11/2007, 12:11




- Parli così perchè non sai quello che è successo tra di noi. La parte divina di Iset mi ama, mentre la parte umana ama il faraone e così in lei vi è un conflitto....ma una sera...-

disse perdendosi nel ricordo -...Tefnout prese il sopravvento in lei e mi sedusse. Io accettai lusingato e feci l'amore con lei. Quando Iset tornò in sé e rammentò l'accaduto, in lei nacque una certa repulsione per me. Il suo migliore amico, il fratello maggiore che l'aveva protetta per tanti anni all'improvviso si era trasformato in una minaccia. Ecco come mi vede ora...-

disse Ophois appoggiandosi al bordo della grande piscina e posando lo sguardo sull'orizzonte.
 
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¤.Mëlian.¤
view post Posted on 2/11/2007, 12:20




io no..scusa.
No. Non sapevo tutto. Iset non me lo ho mai detto. Mi ha detto solo una parte di questa storia
disse lei piano, voltandosi poi a fissarlo
però credo che dobbiate chiarirvi. Spiegarle che la ami, e che hai accettato quel compromesso pur di averla..
lei vedeva quella storia da quel punto di vista, e le ultime parole, le mormorò appena.
Stava comunque parlando dei fatti privati ed intimi della sua amica, e di Ophois..
 
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Ophois
view post Posted on 2/11/2007, 13:02




- Ho già provato a spiegarle che non ho abusato di lei, ma non riesce a capire. Il conflitto che ha nel cuore è troppo grande per essere compreso da una mortale. Per millenni Ma'at ed io abbiamo vissuto serenamente insieme, ed ora siamo divisi dalla sua nuova natura, che io stesso ho creato per proteggerla! Non fraintendermi, la riperderei altre mille volte se questo servisse a salvarla. Ed ora che lei è felice dovrei esserlo pure io, ma non trovo pace. Il sentimento che nutro per lei mi sta distruggendo e non c'è soluzione a questa tragedia. La devo lasciar andare e basta! Eppure con lei sta svanendo la mia essenza...-

disse abbassando lo sguardo e guardandosi le mani, aperte sott'acqua.
Quel grande Dio, forte e indispensabile per tutti gli altri Dei, una divinità eccezionalmente potente come lui si stava consumando d'amore.
Upuaut amava gli umani, li considerava e rispettava ed era sempre pronto ad aiutarli.
Ma proprio questo, forse, era il suo errore.
Con l'inganno avrebbe potuto sottrarre Iset al faraone, con la magia disintegrare il corpo mortale di lei e ritornare ai tempi in cui lui e Ma'at erano felici.
Eppure non l'avrebbe fatto!
Era troppo buono e attento ai bisogni umani, anche a quelli di Iset, che lui stesso aveva creato.
 
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¤.Mëlian.¤
view post Posted on 2/11/2007, 13:51




Rimase in silenzio, sinceramente commossa e colpita da quella dichiarazione d'amore così sincera e struggente.
Nefer non poteva capire, perchè non aveva mai provato realmente l'amore.. però non potè non nascondere nè a sè stessa, nè ad Ophois, che dentro di lei sentì una morsa spiacevole.
Abbassò il capo, pensando a quella storia così triste, ma nello stesso tempo bellissima..
non sapeva che cosa l'avesse portata a parlare..

io ti invidio disse d'impulso, con gli occhi un pò lucidi perchè tu sai che cosa è l'amore, cosa che io sconosco.
Conosco solo l'amore di una figlia verso il padre.. ma per il resto io..
vorrei anche solo poter soffire per amore, perchè almeno saprò di averlo conosciuto

infine lo guardò
non disperare.. forse ci vorranno secoli, millenni.. ma Iset, o come dovremmo dire, Ma'at, tornerà sempre da te.
Voi siete legati da un filo che non può essere spezzato dalla semplice esistenza umana
 
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Ophois
view post Posted on 2/11/2007, 14:14




Ophois vide le lacrime sul viso della ragazza e si commosse a sua volta.
Ascoltò le sue parole, che gli scesero nell'anima fino a toccare le corde scoperte e sanguinanti di quell'amore così disperato.

- Oh no Nefer. L'amore, l'amore...questo amore è una condanna. Vivere per lei, respirare per lei, pensare solo a lei...che ama un altro. Non trovo pace per questa sofferenza! Il mio cuore è infranto e nulla potrà riportarla da me. L'ho lasciata libera di scegliere e lo ha fatto. Iset non tornerà da me, non questa volta. È profondamente cambiata nell'animo e questa mutazione ci separerà per l'eternità . Ecco perchè non desidero andare avanti con questo dolore....mi sto perdendo e non conosco la via del ritorno. Ora ti mostrerò una cosa...-

disse il Dio, catturando il pensiero che aveva avuto qualche notte prima e impiantandolo nella mente di Nefer, affinché anch'essa lo vivesse e facesse suo:

E’ notte ormai.
Una calma notte calda e silente che si stende, pietosa, a velare le lacrime, a nasconderle al mondo.
E’ scesa improvvisa come un dono prezioso.
Una strana notte dorata e senza suoni che ha invaso gli alberi ed il fiume, è avanzata rapida fino alle porte del Duat e li ha esitato, come in ascolto di una voce lontana, è stato solo un attimo per fortuna, solo un breve istante, giusto il tempo per far morire il canto, poi ha ripreso ad avanzare giungendo a me, nascondendo il dolore sul mio viso.
E’ strana questa notte giunta troppo presto.
Questa notte dorata eppure scura al punto che i miei occhi vedono a stento e non si è mai sentito che gli occhi degli Dei vedano male al buio.
Ma forse non è la notte, forse sono le lacrime.
Lacrime negli occhi di un Dio!
Come sarebbe stupita la mia Tefnout vedendomi ora, e non gli piacerebbe : “Non piange un Dio – mi direbbe – si rattrista, ma non piange. Troppo abbiamo visto per piangere ancora. – e scuoterebbe il capo tristemente.
Ma non è qui stanotte la mia Ma'at.
La sua saggia voce non parlerà al mio cuore, non scorgerò il sorriso sul suo nobile volto!
Per chi dunque dovrei nascondere le lacrime?
Per chi dovrei essere saggio e forte?
Così le lascio scorrere: gocce argentate di musica lieve, perle di malinconia e rimpianto. Cadano pure, lavino il dolore, non voglio trattenerle oltre, non avrebbe senso.
Inquieto mi aggiro per stanze silenziose che il tempo ha reso vuote: in ognuna un ricordo, una singola nota di una lontana melodia che dal passato giunge a me a formare un canto che conoscevo un tempo e che avevo scordato.
E’ un canto lieve, sussurrato appena, un canto che il cuore rammenta, v’è in esso un dolore sommesso che strazia , per questo piango e penso a colei che il canto ha scritto e ricordo la sua voce tra i seggi e piango del suo dolore poiché lei non lo fa se non nell’animo.
E la sua voce porta la comprensione: ora so la sua pena fino in fondo e quella pena che non posso alleviare diviene ora mia e porta lacrime con sé che non voglio fermare.
Vagando per le vuote stanze parlo a me stesso “ Ti sbagli – dico – ti sbagli Ophois, piange un Dio. Non tutto ho visto, non tutto avevo compreso. Ci sono cose che non sapevo, dolori racchiusi nell’animo che feriscono un cuore nobile e per cui anche un Dio può versare lacrime. “
Di stanza in stanza sono giunto infine a quella a me più cara, la più amata di tutte:
quella che sarà presto la sua stanza ove tutto è in attesa, la stanza ove è rinchiusa l’essenza stessa di un amore lontano.
Sul suo volto leggevo la pena ed il dolore e pensai, che fosse tutto li; se solo avessi capito ciò che ora so! Se solo avessi guardato più a fondo! Sarebbe qui ora nella quiete della sua casa, sarebbe al caldo ed al sicuro, ma ero cieco e giovane e non seppi vedere.
Non seppi leggere quell’ultimo canto, non vidi la profondità del suo dolore.
“ E’ un momento – mi dissi – passerà! Ha bisogno di quiete e di silenzio, ha bisogno di ritrovarsi ” e senza capire la gravità del gesto che compivo la lasciai partire.“ Vai – gli dissi – percorri la tua strada, ritrova te stessa”
Ricordo l’ombra nei suoi occhi quando partì, la pena profonda, ma allora la scambiai per il bisogno di solitudine e silenzio che, a volte, prende noi Dei.
La lasciai partire così, senza un amico al fianco, neppure la accompagnai ai confini e tornai senza capire, solo quando se ne fu andata.
Solo ora comprendo, ora che il tempo ha vuotato questa sala; ora che il canto è tornato al mio cuore, finalmente aperto alla comprensione, ora che non solo la melodia ne ascolto, ma anche le parole e le comprendo infine.
La lasciai partire e avrei dovuto dire : “ Resta. Non hai bisogno di cercare altrove comprensione, suona qui il tuo flauto, canta qui il tuo dolore. Resta. Insieme!
Mi dirai la pena ed io la fugherò per te. Resta nella tua casa, tra i tuoi simili e, se pure nessun altro capisse, io capirò.
Resta e piangi il tuo dolore tra le mie braccia, lo prenderò per me e guarirai ”
Ma volevo essere saggio e nobile come tutti si aspettano da me pensai di essere nel giusto. Lei pure volle apparire nobile e saggia e svanì dalla sala, ma non dalla mia vita che il suo viso è con me da allora e sempre ne scorgo la pena negli occhi e ricordo l’odore dei suoi capelli così vicini ai miei!
Stasera per ll'ultima volta l'ho lasciata andare e lei mi ha lanciato uno sguardo intenso prima di andarsene da questa reggia.
Quel suo sguardo non l’ho più scordato, né mai lo scorderò, in questi attimi è sceso in me poco a poco aprendo la via alla comprensione e stasera, una Dea di passaggio diretta al Mondo, ha cantato il suo canto nel salone ed ho capito infine e offro le mie lacrime per lei, perché il dolore sia placato e la pena perduta.
Ora ho capito cosa si agita nel suo animo e quando giungerà, infine, gli darò il bacio di benvenuto come è giusto che sia e nulla chiederò, solo spalancherò le braccia e il cuore per lei, perché trovi riposo e pace e non pronuncerò parole di condanna.
Per questo sto offrendo le mie lacrime, per questo offro il mio silenzio;
nessuno mai saprà ciò che ora conosco : solo il mio cuore e tacerà per sempre


- ...Che ne pensi ora? Ancora ti manca lo struggimento?-

chiese versando lacrime copiose che andavano ad unirsi all'acqua.
 
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¤.Mëlian.¤
view post Posted on 2/11/2007, 15:02




Nella sua mente vide quello che aveva passato Ophois. Vide tutto, sentì i suoi pensieri, persino i suoi sospiri.
Quando lui parlò, l'incatesimo finì, e Nefer tornò alla realtà. Le doleva la testa, per quello che aveva visto, sentiva dentro di sè una tristezza che non era la sua, una commozione che le apparteneva.
L'amore! forse voleva anche lei provare quei sentimenti, sapere che cosa si provava a piangere per amore, vivere per vedere sorridere la persona che ami, condividere le cose belle e le cose brutte..
forse avrebbe preferito non vedere, non sapere che cosa si prova, che cosa aveva provato.
Sentiva dentro sè una tristezza così grande, da impedirle persino di parlare.
L'unico gesto che riuscì a fare, fu quello di poggiare una mano sulla spalla di Ophois
 
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Ophois
view post Posted on 2/11/2007, 15:06




Il Dio poggiò la propria mano su quella di Nefer.
Quando un brivido lo scosse.
Iset lo stava chiamando.
- È giunta l'ora di andare. Iset mi ha chiamato. Appena l'avrò incontrata ti raggiungerò al Tempio.-

disse avvicinandosi e porgendole un dolce bacio sulla mano che lei gli aveva posato sulla spalla.
 
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¤.Mëlian.¤
view post Posted on 2/11/2007, 15:51




va bene disse semplicemente, non riuscendo a trovare delle parole adatte.
Non era mai stata particolarmente brava a consolare le persone, per quanto ci provasse..

ti.. ti auguro buona fortuna
disse senza guardarlo negli occhi, limitandosi a sorridere quando lui le baciò la mano, chinando il capo
 
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Ophois
view post Posted on 2/11/2007, 16:01




- Grazie Nefer.-

disse prima di lasciare quel luogo e dirigersi dalla sua amata.
 
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27 replies since 6/10/2007, 15:16   642 views
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