Isis

Ritorno dalla Guerra, SPIN OFF

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Thutmose III
view post Posted on 29/10/2007, 20:45




Il giorno del Ritorno dalla guerra era infine arrivato, non era stato facile annientare i Mitanni, nessuna guerra mai lo era. Molti erano caduti per la gloria d’Egitto, ma molti erano tornati.
Tebe, apparve improvvisamente all’orizzonte agli occhi dell’Armata delle Sabbie, in testa il suo Generale, il suo condottiero Thutmose III, colui che impavidamente sotto la protezione di Amon-Ra aveva conquistato una ad una le città del nemico. Il Cavallo di Thutmose fu il primo a varcare le grandi porte di Tebe seguito dall’Armata al suo completo e dal grande carro dorato su cui erano deposti i tesori conquistati, ogni passo dei soldati rimbombava come un solenne tamburo da cerimonia. Alti si stagliavano i vessilli dell’Egitto e fieri erano i volti dei soldati, che nell’impeto scandivano questa nenia…

Megiddo…
Caduta!

Yenoam…
Caduta!

Nuges…
Caduta!

Meherenkaru…
Caduta!



Ogni nome scandito da un suono di tromba e da un passo fortemente cadenzato.

Il boato prodotto scuoteva gli animi del Popolo che gremito salutava il suo Faraone e lui, fiere con lo sguardo serio salutava tutti con la mano alzata, un condottiero come pochi se ne erano visti, abituato alle armi era la prima volta che tornava acclamato da condottiero e il suo cuore batteva pieno d’orgoglio. Appena fu in vista del proprio palazzo, pensò a Iset, il quale ricordo era stato per lui grande sostegno e di vitale importanza forte speranza per un futuro migliore. Nonostante cercasse di scorgerla, non la trovò ma sapeva che era li al Palazzo in trepida attesa, forse da una delle finestre lo stava proprio guardando. Thutmose speranzoso sorrise al pensiero dell’imminente incontro con la sua amata.
L’intero Esercito ci mise quasi mezza mattinata prima di entrare completamente, solo una colonna di duecento uomini però rimase a fare da scorta al proprio Faraone e al bottino di guerra. Arrivati alle Porte del palazzo, Thutmose fece fermare la colonna, si issò sul proprio cavallo e sfoderando la spada urlò a pieni polmoni…

Egitto! Saluta il Tuo Re il Nemico è caduto e tu, protetto dagli Dei sei la terra della Vittoria!

Il boato dei Duecento produsse un tale tremito nella terra che forse l’intera Tebe lo udì, fu così che Thutmose tornò a casa, salvo e vittorioso attendendo di vedere Iset nuovamente.
 
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Iset
view post Posted on 29/10/2007, 21:14




Da giorni ormai le staffette portavano notizie del ritorno vittorioso dell'armata del Faraone. Iset viveva ormai in uno stato di elettrizzazione perenne. La Notte precedente non aveva chiuso occhio, in vista del ritrovo del giorno seguente. Il Palazzo tutto era in fremito, addobbato grandiosamente in attesa di vedere nuovamente camminare per i corridoi il Re, in tutto il suo regale splendore. Iset aveva passato la mattina a prepararsi, cambiare veste, ma non vi era tunica per quanto elaborata e preziosa che celasse l'ingombrante ventre. Era per lei sempre stato motivo d'orgoglio quella gravidanza, ma ora il pensiero di farsi vedere così cambiata la terrorizzava. Cosa avrebbe pensato vedendola così. Persino le nutrici si erano stupite per le dimensioni di quel nascituro. Certo, grazie alla propria attenzione e determinazione, poteva dirsi fortunata. Solo il ventre si era ingrossato, lasciando intatto nella sua freschezza di giovane fanciulla, il resto del suo corpo. Eppure era imbronciata, dinanzi allo specchio osservando come le pieghe della veste cadessero alla perfezione.. Aderendo però al ventre. Ogni pensiero, dubbio o timore fu spazzato via da un lieve bussare alla porta. Venivano a chiamarla. Il cuore prese a batterle talmente forte in petto da farle male. Sentiva già un groppo serrarle la gola e le lacrime pungerle gli angoli degli occhi. Ma alzò fiera il mento e si lasciò condurre dalle guardie all'entrata del palazzo, dove insieme a tutti gli abitanti del palazzo, avrebbe accolto il suo Signore. Dato il suo rango, sarebbe venuta subito dopo le cariche più importanti e gli intendenti più vicini al Re che erano rimasti a Palazzo, assicurandosi che la sua volontà fosse rispettata. Ma ad Iset non importava. Le bastava vederlo incolume e di nuovo a casa. Quel che sarebbe stato, l'avrebbe affrontato a tempo debito.
 
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Thutmose III
view post Posted on 29/10/2007, 21:34




Thutmose attraversò lentamente le porte del proprio Palazzo, come ogni uomo avrebbe voluto concedersi immediatamente alle braccia di Iset, però nonostante il proprio bisogno, il Faraone dovette affrontare prima l'incontro con i suoi intendenti. Lungo il persorso che lo avrebbe portato al trono disse a un giovane servitore di avvertire l’amata, si sarebbe dovuto recare da lei dicendo:

Il Faraone desidera al più presto incontrarsi con il suo fiore del deserto, privatamente, solo lei dovrà essere presente perché solo lei può dare nuovamente il sorriso all’Egitto.

Poi mandato via il servitore, riprese il proprio cammino, sperando che Iset, rimanesse contenta di quel messaggio e capisse quanto al suo cuore era mancata.
Con decisione entrò nella stanza del Trono dove ancora in tenuta da guerra, attraversò le fila dei suoi. Si sedette, tra le ovazioni dei presenti, quindi attenuatosi il calore delle urla festeggianti prese a parlare.

Egitto! Ascolta la magnificenza della tua Vittoria! Egitto saluta il tuo esercito Vittorioso! I Mitanni il tuo nemico è caduto e con lui tutti i suoi domini!

Un ennesimo grido di gioia esplose nella stanza, Thutmose sorridente, venne aggiornato degli ultimi avvenimenti del Regno, a cui in verità dette il giusto metro d’attenzione. Nonostante tutto fu una riunione breve, anche perché pregò ai suoi servitori di narrare solo l’indispensabile tralasciando avvenimenti secondari. Finiti i convenevoli, decretò tre giorni di festa affinché i suoi uomini venissero onorati ed infine congedò tutti, richiedendo di essere lasciato solo. Il Faraone uscì dalla stanza recandosi ai propri appartamenti dove Iset, probabilmente, lo stava già aspettando.
 
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Iset
view post Posted on 29/10/2007, 21:53




Iset sussultò ascoltando e riconoscendo all'istante il suo passo marziale e cadenzato, la sicurezza di un conquistatore. Lo vide attraversare la navata e non poté fare a meno di inginocchiarsi, lo sguardo basso tanto era il suo magnifico splendore. Si moveva ancora con grazia, i movimenti puliti. Si rialzò quando il Faraone si fu assiso sul proprio Trono. Vibrò e sussultò per la sua voce tonante colma d'orgoglio e gioia, così contagiosa che l'intera sala scoppiò in ovazioni cui non poté far a meno di unire la propria voce. Un leggero tocco al gomito attirò la sua attenzione. Si volse verso il servitore che le sussurrò all'orecchio il messaggio del suo Signore. Quasi scoppiò in lacrime per la gioia, ma si trattenne ringraziò mille volte l'uomo che le aveva restituito il respiro ed obbedì con felice solerzia all'ordine del suo Signore ed Amore ritrovato. Lasciò le sale ingombre di uomini e donne in festa e camminando contro corrente, giunse dove il Faraone le aveva detto di aspettarlo.
 
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