Il giorno del Ritorno dalla guerra era infine arrivato, non era stato facile annientare i Mitanni, nessuna guerra mai lo era. Molti erano caduti per la gloria d’Egitto, ma molti erano tornati.
Tebe, apparve improvvisamente all’orizzonte agli occhi dell’Armata delle Sabbie, in testa il suo Generale, il suo condottiero Thutmose III, colui che impavidamente sotto la protezione di Amon-Ra aveva conquistato una ad una le città del nemico. Il Cavallo di Thutmose fu il primo a varcare le grandi porte di Tebe seguito dall’Armata al suo completo e dal grande carro dorato su cui erano deposti i tesori conquistati, ogni passo dei soldati rimbombava come un solenne tamburo da cerimonia. Alti si stagliavano i vessilli dell’Egitto e fieri erano i volti dei soldati, che nell’impeto scandivano questa nenia…
Megiddo…
Caduta!
Yenoam…
Caduta!
Nuges…
Caduta!
Meherenkaru…
Caduta!
Ogni nome scandito da un suono di tromba e da un passo fortemente cadenzato.
Il boato prodotto scuoteva gli animi del Popolo che gremito salutava il suo Faraone e lui, fiere con lo sguardo serio salutava tutti con la mano alzata, un condottiero come pochi se ne erano visti, abituato alle armi era la prima volta che tornava acclamato da condottiero e il suo cuore batteva pieno d’orgoglio. Appena fu in vista del proprio palazzo, pensò a Iset, il quale ricordo era stato per lui grande sostegno e di vitale importanza forte speranza per un futuro migliore. Nonostante cercasse di scorgerla, non la trovò ma sapeva che era li al Palazzo in trepida attesa, forse da una delle finestre lo stava proprio guardando. Thutmose speranzoso sorrise al pensiero dell’imminente incontro con la sua amata.
L’intero Esercito ci mise quasi mezza mattinata prima di entrare completamente, solo una colonna di duecento uomini però rimase a fare da scorta al proprio Faraone e al bottino di guerra. Arrivati alle Porte del palazzo, Thutmose fece fermare la colonna, si issò sul proprio cavallo e sfoderando la spada urlò a pieni polmoni…
Egitto! Saluta il Tuo Re il Nemico è caduto e tu, protetto dagli Dei sei la terra della Vittoria!Il boato dei Duecento produsse un tale tremito nella terra che forse l’intera Tebe lo udì, fu così che Thutmose tornò a casa, salvo e vittorioso attendendo di vedere Iset nuovamente.