Isis

sotto il manto della dea..

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Iset
view post Posted on 9/4/2009, 17:47 by: Iset




Nafretiri, non si mosse, benchè Amenhotep, sospirasse pensieroso.
Il Principe, guardiano divino della madre, era eccezionalmente sensibile alle doti magiche altrui. Avendo avuto il compito di proteggere la madre, una parte di lui, era sin troppo sensibile a certe vaghe vibrazioni dell'aria.
Per il resto, questa predisposizione si trasformava in un'acuta curiosità infantile.
Nafretiri, dal canto proprio, aveva avuto sin dalla più tenera età, il dono di saper sondare le menti. La telepatia.
Ricordava da piccola, le scaramucce nate con la sorella adottiva per cose pensate e non dette. Ma quelli erano tempi passati. Ora avere poteri divini, era tutt'altra cosa. Ma gli strenui allenamenti cui si era sempre sottoposta, l'avevano forgiata a fronteggiare questo arduo compito.
Riconobbe nella sacerdotessa, le stesse doti di un'altra ancella degli Dei: Nitocri, al Tempio di Ma'at.
La dolce, tenera e saggia Nitocri, giunta a suonare i sistri per lei da Dhenderah e che ogni giorno ricopriva l'altare di offerte e fiori freschi, proprio come colei che aveva di fronte.
Si rialzò, cullando appena Amenhotep, tranquillizzandolo con uno sguardo.
Il bimbo si volse a fissare nei suoi quegli occhi azzurri incredibili, nel cui sinistro ( più scuro e cangiante) si notava la sua potenza divina, scorta dagli umani solo come una graziosa differenza del colore dell'iride.
Visto che la sacerdotessa era in piedi, si alzò a propria volta, movendo qualche passo verso di lei, il figlio sempre stretto al fianco, avvolto nel velo.
sservò l'effige della Dea, la Madre e la Maga. Era anche grazie a lei che potva portare il copricapo che simboleggiava le spoglie dell'avvoltoio, simbolo d maternità.
E sebbene avesse fatto allargare, arricchire ed abbellire il Tempio, non mancava mai di una piccola offerta, per quanto umile. Avvertiva sempre il sottile velo di calore avvolgerla quando, in ogni dove, Ma'at era di nuovo venerata.
La sua natura stessa pareva rinvigorirsene.


Perdonatemi Sacerdotessa, posso lasciare la mia offerta? O devo tornare più tardi?

Le domandò, la voce chiara e dolce, musicale e rassicurante. Non era alta, come si confaceva al luogo ove si trovava, ma lei non amava mai alzare la voce.
Rimaneva composta, la schiena dritta, nonostante il fardello che portava al collo e sorrideva, un sorriso che avrebbe ammansito anche il più spietato dei guerrieri.
 
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21 replies since 5/4/2009, 23:25   492 views
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