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Thutmosi III, La Storia

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Gianlu79
view post Posted on 11/10/2006, 23:12




Thutmosi III fu il faraone che, più di tutti, espanse i confini dell'Egitto. Durante il suo regno intraprese ben 17 spedizioni militari. La guerra tra Egitto e Mitanni fu inevitabile. Sulle mura di Karnak Thutmosi III fece scrivere gli avvenimenti trionfalistici che portarono alla vittoria del faraone: in un primo tempo, nell'anno 22-23 guidò una spedizione per conquistare la città di Megiddo a cui fecero seguito le città di Yenoam, Nuges e Meherenkaru che gli permisero di avvicinarsi al Mediterraneo; nelle seguenti 3 spedizioni, dall'anno 22 al 24, Thutmosi III si limitò a tenere sotto controllo la zona riscuotendo i tributi e requisendo i raccolti del grano della pianura di Megiddo; come ultima fase, dall'anno 29 al 33, il faraone sferrò l'attacco decisivo. Conquistò la città di Giahy dopo averla indebolita e privata di frutti e raccolti e poi Kadesh giungendo in Siria dal mare. Nell'anno 33 l'esercito egiziano affrontò, in uno scontro diretto, i nemici Mitanni sulle rive dell'Eufrate. Thutmosi III, per l'occasione, fece costruire delle particolari navi fluviali che gli permisero di oltrepassare il fiume, sconfiggere il nemico e conquistare altre città. A questo punto il faraone decise di fermarsi stabilendo il confine settentrinale all'altezza della città di Niya dove si dilettò per qualche tempo nella caccia all'elefante. In seguito si contarono 9 spedizioni militari intente a ridurre la forza militare dei Mitanni in Naharina. Durante l'ultima di queste campagne, nell'anno 34, Thutmosi III dovette sedare una rivolta a Giahy. L'anno seguente il faraone tornò in Siria per affrontare di nuovo una coalizione di Mitanni riportando l'ennesima eclatante vittoria. In seguito a questa battaglia anche gli Ittiti furono costretti a versare tributi all'Egitto. Una nuova campagna militare fu condotta per reprimere alcune rivolte dei beduini Shosu, ma fu nell'anno 42 che Thutmosi III dovette affrontare la sua sedicesima battaglia contro i Mitanni a cui si erano alleati i principi fenici. Lo scontro avvenne a Giahy e terminò con la pesante sconfitta degli asiatici che non si fecero più sentire per una decina d'anni.
L'Egitto, in seguito alle numerose battaglie, giunse al culmine della sua espansione: si estendeva dall'Eufrate, a nord, fino alla quarta cateratta nell'attuale Sudan. I suoi nemici temevano a tal punto Thutmosi III da recarsi spesso a palazzo per omaggiarlo con doni e tributi cercando così di placarne l'animosità.
Il suo regno fu una continua lotta fin dall'inizio quando, pur essendo il legittimo erede al trono anche se ancora in tenera età, dovette maldigerire il potere della regina Hatshepsut, la quale si sentiva lei la legittima padrona del potere lasciato da Thutmosi II. Alla morte di Hatshepsut, Thutmosi III potè finalmente conquistare il ruolo di faraone. Per iniziare ordinò la cancellazione di tutte le tracce lasciate dall'odiata Hatshepsut da lui considerata una usurpatrice. Anche nel tempio funerario di Deir el-Bahri, Thutmosi III fece sostituire i suoi cartigli a quelli della regina.
Thutmosi III fu quindi libero di sfogare la sua rabbia sui nemici che di volta in volta affrontava, ma al termine delle sue numerose vittorie era solito lasciare in vita i capi dei popoli nemici che faceva, in alcuni casi, riaccompagnare a casa dai suoi soldati. Egli, quindi, faceva ritorno in Egitto con i figli dei capi vinti a cui dava un'istruzione egiziana che gli permetteva di rimandarli nelle loro terre in qualità di amministratori del governo egiziano.
La vita di Thutmosi III non è però solo un racconto di battaglie e di conquiste. Il faraone era un grande lettore di testi antichi e questo lo faceva un uomo colto e lungimirante. Inoltre egli era un grande appassionato di botanica tanto da far scolpire su una parete del tempio di Karnak i suoi famosi "giardini".
La splendida tomba di Thutmosi III è decorata come un papiro srotolato. Viene raffigurato il viaggio del sole nella notte e gli ostacoli che deve superare per sorgere di nuovo la mattina come paragone al viaggio che il faraone deve affrontare per arrivare nell'aldilà.
 
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