L'Alta Sacerdotessa in preghiera

Neferty si svegliò tardi quella mattina.
Il giorno precedente si era dedicata allo svago e alla famiglia ma ora era il momento di dedicarsi ad Amon, il suo Dio.
Amon era esigente, Neferty lo sapeva bene.
Se trascurato era capace di lasciare i suoi figli al loro destino.
La sacerdotessa non poteva permettersi di ignorare questo fatto, altrimenti sull'Egitto si sarebbero scagliate terribili maledizioni e la maggioranza degli Dei avrebbero abbandonato il paese, seguendo le orme del loro Padre.
Si alzò, indossò i paramenti sacri e le sacri vesti, quindi si recò con devozione nella sala principale del Tempio, dove si chinò dinanzi alla raffigurazione del Dio e si mise a pregare con fervore.
Antiche parole rituali si diffusero nell'aria mentre l'aura di Neferty si sfigurava, ingrandiva e ammantava l'intero luogo...

Improvvisamente grande trambusto si udì all'esterno, mentre la guardia reale entrò nel tempio, disposta su due file, ed al centro il Faraone, con i funzionari dell'Alta Corte, faceva il suo ingresso per ringraziare Amon della sua intronizzazione e di avergli fatto conoscere la piccola Iset, la sua concubina reale.
Inoltre voleva personalmente pregare il padre suo, affinchè benedisse il suo regno e gli affidasse un futuro di gloria.

Neferty fu interrotta da un rumore proveniente dalla sala che faceva da anticamera a quella dove si trovava lei.
Si scusò con il suo Dio e si recò al Grande Portone che dava accesso al luogo e lo aprì.
Era piuttosto seccata per la visita fuori orario e dispiaciuta per non aver potuto terminare i suoi riti mattutini.
Dinanzi a lei si stagliava una figura che non aveva mai visto.
Enorme, potente, irradiava luce.
Ad entrambi i suoi lati aveva guardie e le sue origini non furono più dubbie quando Neferty scorse il bastone pastorale e l'anello con il sigillo reale.
Quello che aveva disturbato la quiete del Tempio altri non era che il Faraone in persona.
La sacerdotessa fece un breve inchino, ma non si prostrò e in tutta la sua fierezza disse:
- Benvenuto figlio di Amon. Come la mia casa è la vostra casa, maggiormente questo luogo è vostro e di vostro padre, il Dio Amon.
Entrate dunque ma vi devo chiedere di lasciar fuori i soldati.
Le armi in questo posto non sono gradite.
Potete portarvi delle guardie del corpo se vorrete ma devono essere disarmate.-

"Salute a te gran sacerdotessa, rispetterò dunque i tuoi desideri"

e fatto cenno a dieci guerrieri, questi posarono le loro armi, addentrandosi all'interno col loro sovrano.

"Sono qui per ringraziare Amon di aver riportato la leggitima dinastia sul trono"

disse osservando la sacerdotessa, che pure sembrava aver un carattere abbastanza battagliero, visto che non si era lasciata intimidire dalla sua persona

- Fate pure mio sovrano. Qualsiasi vostro desiderio sarà esaudito.- disse Neferty facendogli strada verso l'Altare maggiore.
Il passo era sicuro e determinato, la postura perfetta.
La sacerdotessa faceva sfoggio di un'impareggiabile grazia ma anche di molta determinazione.
Tuttavia non vi era vanità nei suoi movimenti o nulla che facesse supporre superbia.
- Scusate se non mi sono presentata.- Disse quando furono arrivati.
- Il mio nome è Neferty Luthién Valar.-

"Onorato di cooscerti, dunque, Neferty, Gran Sacerdotessa di Amon, sarà piacevole parlare con te, dopo aver concluso le mie preghiere"

disse il Faraone, prima di accostarsi all'altare ed offire le proprie litanie ad Amon, pensano però anche alla belleza della sacerdotessa.

La sacerdotessa se ne stette in disparte, discreta, mentre il Faraone del quale ancora non conosceva il nome recitava dei ringraziamenti ad Amon.

Neferty si accorse del trambusto e tornò vicino al portone.
- Come mai c'è tutto questo chiasso?- domandò attenta a non disturbare il faraone.

Neferty prese la busta che l'ancella le porse e l'aprì.

Intanto Thutmosi, completate le sue abluzioni, si alzò e dopo aver depositato le offerte che portava per il tempio, si riavvicinò alla Sacerdotessa.

Neferty teneva ancora in mano la lettera.
Dire che ne era scioccata era dir poco.
Iset si trasferiva a corte?
Kore scappata di casa?
Ma che stava succedendo?
Si allontanò dall'entrata e accortasi che il faraone le si avvicinava richiuse la lettera. Si sarebbe occupata al più presto della faccenda ma ora doveva svolgere il suo compito e rimanere a disposizione al Tempio.

"E da molto che siete Sacerdotessa di Amon?"

le domandò il Faraone, curioso di sapere quanto più possibile sugli esponenti più alti delle varie classi egiziane