Un escursione in incognito

Thutmosi uscì di nascosto da palzzo, vestito come un normale funzionario e con un pò di trucco, si era di fatto reso irriconoscibile, col chiaro intento, quella sera, di sondare gli umori del suo popolo sul suo conto e così si incamminò lungo il maestoso viale delle Sfingi

- Ehi signorina, mi fai male!-
Una voce si levò tonante e improvvisa dalla statua, che si mosse sotto la ragazzina.

Kore sgranò gli occhi non riuscendo bene a capire la provenienza della voce.
"..c-che?" borbottò allarmata.

Si mise in piedi quasi di colpo.

L'imponente sfinge aprì gli occhi e li fissè sulla ragazza.
- Stai tranquilla. Non voglio farti del male.-
le disse per tranquillizzarla.
Il grande animale si era accorto della reazione della giovane e temeva di averla spaventata.
- Io sono una delle tante sfingi che proteggono il faraone. Non sapevi esistessimo?- domandò con voce pacata, come sono soliti fare i saggi.

Kore si schiarì un poco la voce prima di parlare, e deglutì nervosamente.
"...ecco...non proprio, no, direi di no..." mormorò

"...non è che stò sognando vero? A volte faccio dei sogni che sembravano veri...."

- Eh eh eh!-
Il leone rise bonariamente.
- Vedi cara, noi siamo creature leggendarie, ma esistiamo davvero. Solo non ce ne andiamo in giro troppo sovente tra la gente. Amiamo starcene in disparte, in pace. Vegliamo sull'Egitto e sul Faraone e ci basta. Non abbiamo bisogno di socializzare troppo. Ovviamente alcuni di noi in passato si sono mischiati in mezzo alla gente...ma si tratta di una minoranza.-
Spiegò con calma e quando ebbe finito si stiracchiò, sollevandosi sulle zampe posteriori e sbadigliando sornione.

Quando si fu stiracchiata, la sfinge tornò a posare il suo sguardo bonaccione sulla ragazza.
- Noto che hai paura di me, ma non devi. Non sono umano è vero, ma mi comanda Amon e non ti farei mai del male. Il mio scopo è quello di proteggere le anime buone come te.-
spiegò alla ragazza.
- Perchè tu sei buona...dovresti temermi solo in caso contrario piccola Kore.-
aggiunse rivelando di conoscere il suo nome.

"Tu mi conosci?" chiese stupita.

- Oh si. Appena ti ho vista...ti ho riconosciuta. L'ultima volta che ti vidi eri in fasce, ma il tuo odore è inconfondibile.
Da quel giorno non seppi più nulla di te, ma i tuoi genitori sono sempre stati molto gentili con me.
Immagino che ora tu abiti insieme alla graziosa Iset...si chiama così se non sbaglio vero?-

rispose sorridendo.

"I miei genitori??" domandò, ignorando volutamente la domanda del leone. Non voleva parlare di Iset in quel frangente.

"Conosci anche loro? Dove sono adesso?"

- Oh, vuoi dire che non sai dove sono?-
chiese stupito il leone.
- Credevo fossi tu a portarmi notizie di loro. Come ti ho già detto sono diversi anni che non ho più notizie né di te né della tua famiglia.-
aggiunse con aria dispiaciuta.

"Non so più nulla di loro...non so neanche chi sono...."


Mormorò, pareva delusa.

- Mah, forse posso fare qualcosa per te, piccola Kore. Ma ho bisogno della sacerdotessa di Amon. Io da solo non posso invocare gli Dei, ma sono sicuro che il Padre di tutti noi potrebbe aiutarti.-

Voleva far qualcosa per la fanciulla che pareva parecchio depressa.

- Ma dove vivi ora?-

chiese nuovamente. Kore non gli aveva risposto a quella domanda e nella mente della sfinge si insinuò il dubbio che la ragazzina fosse in qualche guaio.