Isis

ISIDE E IL NOME SEGRETO DI RA

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Neferty
view post Posted on 30/10/2006, 07:55




Il testo che segue è tratto dal Papiro 1993 di Torino (XIX Dinastia), conservato nell'ononimo Museo.

Ra, il potente dio che venne all'esistenza per sé stesso, colui che fece i cieli, la terra, le acque, che creò la vita, il fuoco, gli uomini e gli dei, il bestiame ed i rettili, gli uccelli e i pesci, il re degli uomini e degli dei per il quale gli eoni sono come anni, aveva molti nomi che neanche gli dei conoscevano.
Iside, la Grande Maga, era una donna dalla voce abile, più abile dei cuori di un milione di uomini. Emergeva su milioni di dei, ed era più astuta ed intelligente di milioni di Akh 1. Conosceva, come Ra, il demiurgo, tutto quello che si può sapere sul Cielo e la Terra. La dea tramò nel suo cuore per scoprire il nome segreto del dio, quello che gli dava il potere sul resto degli uomini e degli dei.

Ogni giorno Ra sorgeva, sulla sua barca, dal lato orientale dell'orizzonte per compiere il suo viaggio attraverso i cieli ed immergersi nel lato occidentale, all'imbrunire, realizzando la sua traversata notturna nelle regioni del Duat 2, che illuminava con la sua luce. Ma erano già molti i viaggi che il dio aveva compiuto e giorno dopo giorno invecchiava un po' di più. Quando attraversava le terre d'Egitto la sua testa dondolava da un lato all'altro, la sua mandibola tremava e dalla sua bocca cadeva la saliva che irrigava la terra.

Un giorno Iside raccolse la saliva con la sua mano, mescolandola poi con la terra e modellando così un serpente che diede origine al primo cobra. Non dovette usare la sua magia per portare a termine questa creazione, perché nella creatura si trovava la sostanza divina di Ra. Iside prese il serpente inerte e lo posizionò sul tragitto che suo padre percorreva andando da Oriente verso Occidente attraverso le Due Terre, in accordo con il desiderio del suo cuore.

Dopo che Ra salì per l'orizzonte Orientale, mentre avanzava nel suo viaggio assieme alla sua comitiva di dei passò, come d'abitudine, sul posto nel quale Iside aveva lasciato il serpente e questo si erse, rapidamente, in un movimento giusto ed abile, per mordere la carne del dio, trasmettendogli così tutto il fuoco del suo potente veleno. Ra aprì la bocca e la voce della sua Maestà raggiunse i cieli. L'Enneade degli dei allora gridò: "Cosa vi succede signore?", e tutti gli dei domandarono: "Cosa vi è successo?". Ma Ra, il creatore, il potente dio che aveva dato origine a tutte le cose e agli esseri del mondo, non poté rispondere loro, perché non trovò forze sufficienti per fare ciò. Le sue mandibole tremavano e tutte le sue membra tremavano man mano che il veleno avanzava nel suo corpo, come il Nilo si impadronisce di tutte le terre durante il suo corso.

Dopo che il grande dio ebbe fermato il suo cuore, disse a quelli che lo seguivano: "Venite a me. Oh, voi, che veniste all'esistenza dal mio corpo! Voi, dei che siete sorti da me! Che vi sia fatto sapere cosa mi è successo. Una creatura mortale mi ha ferito. Il mio cuore l'ha presente, ma non so di cosa si tratta, perché i miei occhi non hanno potuto vederla, né le mie mani l'hanno modellata. È sconosciuta tra tutto quello che io ho creato. Non ho sentito mai un dolore tale, non conosco niente di tanto mortale. Sono il Governatore ed il figlio di un Governante, il fluido prodotto da un dio. Sono un Grande, il figlio di un Grande. Fu mio padre che pensò il mio nome. Ho multipli nomi e una moltitudine di manifestazioni, ed il mio Essere sta in ognuno degli dei che esistono. Sono conosciuto come Atum e come Horus della Lode. Mio padre e mia madre pronunciarono il mio nome che stava nascosto nel mio corpo incluso prima di nascere, in modo che nessuno può avere potere su me mediante le sue parole. Quando uscii per vedere la mia opera ed avanzavo per le Due Terre, qualcosa mi morse, ma non so che cosa sia. Non è fuoco, neanche acqua, ma sento il fuoco nel mio cuore, le mie membra tremano e tremano. Venite, figli miei, dei, venite a me, quelli che conoscono la gloria delle parole e chi conosce la loro magica pronuncia, coloro dalla potente influenza che sale fino ai cieli."

Tutti gli dei accorsero alla chiamata di Ra, e lo fece anche Iside, la Grande Maga, con il suo glorioso potere e l'efficace parola. Iside disse: "Cos'è questo? Cosa ti è successo? Padre Divino, è stato, forse, un serpente che ti ha trasmesso questo dolore? Una delle tue creature ha levato il suo cuore contro il tuo? Se è così io espellerò il dolore che ti affligge e lo distruggerò coi miei incantesimi."

Ra aprì la bocca per rispondere: "Quando viaggiavo per la mia strada, quando attraverso Le Due Terre, ed i paesi stranieri, desideroso affinché il mio cuore percepisse la mia opera, un serpente che non potei vedere mi morse. Non è fuoco, non è acqua. Sento il freddo nel mio corpo come l'acqua, sento il caldo del fuoco, tutte le mie membra tremano ed il sudore corre attraverso il mio corpo. Tremo, il mio occhio è insicuro e non posso distinguere i cieli. L'umidità mi raggiunge il viso come nei caldi giorni d'estate."

Nuovamente Iside parlò ed ora la sua voce era calda e confortante: "Venite, ditemi, oh Signore, il vostro nome, oh divino padre, il vostro vero nome, il nome segreto che voi solo conoscete, perché vivrà solamente colui che è chiamato con il suo vero nome."

E Ra rispose con tutti i nomi che possedeva: "Sono il creatore del Cielo e della Terra, chi mise le montagne e creò tutto quello che esiste. Sono quello che diede origine alle Acque, fece sì che la Grande Inondazione venisse all'esistenza. Sono chi modellò il 'Toro di sua Madre, affinché il diletto sessuale venisse all'esistenza. Sono chi coltivò il cielo ed i vuoti nascosti dei Due Orizzonti, dentro i quali situai le anime dei dei. Sono colui che quando apre gli occhi origina la luce e quando li chiude provoca l'oscurità, ai cui ordini le acque del Nilo salgono ed il cui nome gli dei non conoscono. Sono chi creò le ore e così i giorni vennero all'esistenza. Sono colui che apre i festival dell'anno, il creatore del flusso di corrente delle acque. Sono chi diede origine al fuoco, affinché i lavori degli uomini potessero essere portare a termine. Sono Kephri di mattina, Ra a mezzogiorno, ed Atum di pomeriggio."

Ma Iside conosceva già tutti quei nomi, come il resto dell'Umanità, mentre Ra continuava a conservare dentro sé il suo nome segreto. Intanto, il dolore cresceva ed il veleno correva attraverso le sue vene come il fuoco. Iside allora si diresse nuovamente verso Ra dicendogli: "Non sono quelli i nomi di cui ho bisogno per curarvi, è necessario che mi diciate il vostro nome segreto, quello che solo voi conoscete, ed il veleno sarà espulso. Vivrà solo colui che rende manifesto il suo vero nome."

Ra scosso per il dolore che lo bruciava con ferocia, più potente di fiamme di fuoco disse: "Avvicinati Iside, guarda qui e lascia che il mio nome, passi dal mio corpo al tuo. Io, il più divino tra gli dei, l'ho tenuto nascosto, affinché il mio trono nella Barca Divina, da milioni di anni, potesse essere esteso. Quando uscirà dal mio cuore, dillo a tuo figlio Horus, dopo che egli abbia giurato per la vita del dio, ed abbia messo il dio nei suoi occhi." Dopo queste parole il grande dio rivelò il suo nome alla dea.

Allora Iside, Grande negli incantesimi, disse: "Esci fuori, veleno! Esci da Ra! Oh Occhio di Horus, esci dal dio che ha dato origine alla vita per mezzo delle sue parole! Io sono colei che realizza questo incantesimo, io sono colei che manda fuori il potente veleno, affinché cada sulla terra. Il grande dio mi ha consegnato il suo nome. Ra vivrà ed il veleno morrà! Il veleno muore e Ra vivrà!" Così Iside la Grande, Signora degli Dei che conosce Ra nel suo vero nome.

Queste parole devono essere recitate su un'immagine di Atum, insieme ad una di Horus della Lode, una figura di Iside ed un'immagine di Horus 3. Scrivi questo incantesimo e fai in modo che la persona l'inghiotta. Potrà anche essere fatto su un pezzo di lino, collocandolo sulla sua gola. Può essere mischiato con birra o vino e bevuto dal paziente. È una distruzione completa del veleno, provata un milione di volte.

Note

1. Uno degli elementi che compongono il corpo umano insieme al Ka (forza vitale), al Ba (anima sotto le sembianze di un uccello), al Nome (Ren), all'Akh (parte immortale), al corpo fisico (Khat) e all'ombra (Khaibit). L'Akh appare riunendosi al Ka ed al Ba e coesiste con essi, trasmettendo l'idea di resurrezione ed immortalità.
2. Il mondo sotterraneo che doveva percorrere il defunto nel suo viaggio per l'Aldilà.
3. Le quattro figure, alle quali si fa riferimento alla fine del racconto, sono rappresentate nel Papiro 1993 di Torino, come modello da copiare negli incantesimi contro i morsi di serpente. Atum è seduto, con la doppia corona e la barba del dio. Dietro di lui, anche seduto e con la doppia corona, Horus della Lode, con testa di falco. Iside si siede dietro lui, con testa umana ed infine, dietro la dea, sta nuovamente Horus con testa di falco, la doppia corona e lo scettro Uas.







Fonti: Isis - Storia e Culto di una Dea

Edited by Iset - 17/1/2007, 01:38
 
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