Isis

ISIDE E I SETTE SCORPIONI

« Older   Newer »
  Share  
Neferty
view post Posted on 30/10/2006, 07:58




Libero adattamento della leggenda di "Iside ed i Sette scorpioni" (Stele Metternich, Alessandria 1828)

Io sono Iside, la grande Dea, la Signora della Magia, Potente negli Incantesimi.

Uscii dalla mia casa 1, nella quale mio fratello Seth mi aveva rinchiuso perché Thot mi aveva chiamato, Thot due volte Grande, potente nella giustizia e nella verità in terra ed in cielo. Egli mi chiamò e mi disse: "Vedi ora, oh Iside, è bene ascoltare 2, perché c'è vita per l'uomo che si lascia guidare dal consiglio di un altro. Nasconditi, tu e tuo figlio, perché egli può arrivare fino a noi. Le sue membra cresceranno, ed anche la sua forza diventerà grande ed egli accederà al trono di suo padre che vendicherà ed il titolo di Governatore delle Due Terre sarà suo".

Fugii 3, quando Ra scese glorioso dal lato occidentale del cielo ed il manto della notte coprì il cielo. Con me venivano i sette scorpioni ed i suoi nomi erano Tefen e Befen, Mestet e Mestetef, Petet, Tetet e Matet. Dietro di me stavano Tefen e Befen; Mestet e Mestetef ad ognuno dei miei lati; davanti andavano Petet, Tetet e Metet, vigilando e proteggendo il cammino affinché nessuno potesse disturbare il mio viaggio. Io ordinai loro ad alta voce e le mie parole attraversarono il vento e penetrarono nelle loro orecchie: Non conoscerete nessun nero, non saluterete nessun rosso 4, non presterete attenzione a nessuna creatura nobile o plebea. Terrete fisso durante il tragitto il vostro viso.

Allora vagai per la Terra d'Egitto, Tefen e Befen dietro di me, Mestet e Mestetef ad ognuno dei miei lati, Petet, Tetet e Matet davanti a me; ed in questo modo arrivamo a Per-Sui 5, dove si venera il coccodrillo e alla Città dei Due Sandali che è la città delle Dee Gemelle, lì dove cominciano i pantani e le maremme del Nord del Paese, dove ci sono campi di papiro e dove abitano gli uomini dei pantani; e di qui alle Grandi Acque Verdi nella Terra del Nord.

Quando arriviamo alla periferia, vicino alle case che abitano gli uomini delle maremme, passiamo vicino all'abitazione di una ricca donna di nome Usert. Ella si trovava sulla porta. Da lontano mi vide arrivare stanca, stanca e dolorante e di buon grado mi sarei seduta nella sua casa per riposarmi, ma quando mi diressi lì con l'intenzione di parlarle mi chiuse la porta per paura dei sette scorpioni che mi seguivano.

Continuai sulla mia strada e trovai una donna delle maremme 6 che mi aprì la porta della sua casa nella quale potei riposare, ma Mestet e Mestetef, Petet, Tetet e Matet e Befen si misero d'accordo ed unirono tutto il loro basso veleno nel pungiglione di Tefen in modo che la sua puntura divenisse sette volte più potente. Allora Tefen ritornò a casa della donna di nome Usert, quella che ci aveva negato il riposo. La sua porta continuava ad essere chiusa ma Tefen vide una piccola crepa grazie alla quale poté introdursi all'interno dell'abitazione, dove trovò il figlio della donna. Strisciando fino al punto in cui si trovava gli iniettò il veleno del suo pungiglione, ora sette volte più potente e appiccò il fuoco nella casa della donna il cui nome era Usert, ma non c'era acqua per estinguerlo e fu il Cielo che inviò l'acqua sulla casa. Un gran prodigio perché la data delle piogge era ancora lontana.

La donna di nome Usert che ci aveva negato la sua casa, piangeva ed il suo cuore era triste perché non sapeva se suo figlio era ancora in vita o meno. Vagava per il paese, piangendo di dolore, ma nessuno accorse alle grida di lamento della donna di nome Usert. E fino a me arrivò il suono dei suoi lamenti ed il mio cuore si riempì di dolore per il suo dispiacere. Per quel motivo sentii pietà di lei e tornai a cercarla con l'intenzione di restituire la vita al bambino, libero da ogni colpa. Uniti accorriamo sul posto nel quale giaceva il suo amato figlio. Allora dissi alla donna:

"Vieni a me, vieni a me! Osserva la mia bocca che dà la vita, che ha il potere di distruggere le creature malvagie con l'emissione di certe parole che mio padre mi ha fatto conoscere. Sono la sua amata figlia, la discendente del suo corpo."

Ed io, Iside, la Signora della Magia la cui voce risvegliai dalla morte, dissi a voce alta le Parole di Potere, le Parole che può sentire perfino la morte, e misi le mie mani sul corpo del bambino al quale dovevo restituire la Vita. Freddo ed immobile stava il suo corpo per il sette volte più potente veleno di Tefen. Allora pronunciai l'incantesimo magico contro il veleno dello scorpione e queste furono le mie parole:

"Oh veleno di Tefen, sali da quel corpo e cadi sulla terra!
Veleno di Befen, non avanzare, non penetrare ma, esci da quel corpo e cadi sulla terra.
Perché io sono Iside, la Grande Maga, Signora degli Incantesimi. Pratico la magia e so quali parole pronunciare.
Ascoltatemi, voi, tutti i rettili che possedete il potere di mordere o pungere.
Cadi, oh veleno di Mestet!
Resta indietro, oh veleno di Mestetef!
Non circolare veleno di Petet e Tetet!
Non ti avvicinare, veleno di Matet!"

Ora segue l'incantesimo contro il veleno dato da Geb a Iside.

"Non chiamare i Tesheru, (i Rossi), volgi lontano il tuo sguardo dalle nobili signore che stanno nelle loro case, volgi il tuo viso verso la terra fino a che giungano ai posti in cui nascondersi su Geb 7. Il bambino vivrà, il veleno morrà. Ra vivrà ed il veleno morrà. Come Horus si fece forte per l'intervento da sua madre, così colui che è stato ferito anche si farà forte."

Allora il bambino si rimise ed il fuoco appiccato alla casa di Usert fu estinto ed il cielo era soddisfatto per le parole di Iside, la dea. La donna, di nome Usert, venne e mi portò alcune dei suoi averi e prese i suoi braccialetti, le sue collane e le sue ricchezze e li portò a casa della donna delle maremme, come ricompensa per avermi aperto la porta della sua casa quando io, stanca e dolorante, arrivai in ricerca di riposo.

Ed ora gli uomini delle Due Terre fanno la massa di farina di grano e sale e la depositano sulle ferite inflitte dal pungiglione dello scorpione, e dopo recitano le Parole Magiche che io recitai sul figlio della donna chiamata Usert quando il sette volte più potente veleno di Tefen era al suo interno, perché io sono Iside, la Grande Maga, la Signora della Magia e Signora degli Incantesimi.

Note

1. O "prigione"
2. Ubbidire
3. Dalla prigione.
4. Si fa qui riferimento agli abitanti della terra nera e a quelli della terra rossa, questo è tanto per gli egiziani come per gli stranieri.
5. La casa del coccodrillo.
6. Questo è uno degli aspetti fondamentali della narrazione. La prima donna, una donna ricca nega il riposo ad Iside, e la seconda, una donna povera delle maremme, probabilmente una serva è colei che le apre la porta della sua casa.
7. L'Isola di Chemmis.







Fonti: Isis - Storia e Culto di una Dea

Edited by Iset - 17/1/2007, 01:36
 
Top
0 replies since 30/10/2006, 07:58   915 views
  Share