| Iset era sconvolta. Cos’era successo? Cosa le era successo?
Cosa aveva trasformato Kore fino a quel punto?
La ferita non era che un graffio, ma doleva come se le avesse squarciato il fianco, come se le avesse dilaniato il cuore.
Ma non era solo dolore quel che provava… Era… Era indignata, arrabbiata e frustrata per non aver reagito a dovere, dannazione! Non credeva di potersi sentire così… Lei, lei..... Cos’era, odio, quello che le scatenava nell'animo il pensiero di quella che era stata sua sorella?
Camminava veloce per i corridoi del palazzo, incurante di tutto e tutti, cercando l’ombra per nascondersi… E lei, cosa stava diventando?
Sentiva dentro di sé una forza sconosciuta, prepotente e vasta come l’oceano in tempesta…
Ma non la temeva, no. Non poteva controllarla e l’avrebbe sommersa, ma non ne aveva paura.
Rallentò il passo. L’andatura si fece felina, superbamente affascinante. La veste frusciava ad ogni passo e le carezzava la pelle serica in una carezza continuamente desiderata. Il seno si alzava ed abbassava nella danza ammaliante del respiro.
Un sorrisino ironico le increspava la bella bocca.
Gli occhi erano sottolineati dal trucco, che ne metteva in risalto l’azzurro intenso, bello, freddo e seducente come il ghiaccio.
Per un attimo, un attimo solo, aveva finalmente condiviso appieno i sentimenti umani di Iset.
Quando Kore aveva estratto il coltello, quanto l’aveva odiata in quel momento! Ma poi Iset si era rifiutata di seguire l’istinto. L’aveva ricacciata indietro, nel limbo oscuro in cui era rimasta sopita per quei 17 anni, consapevole che la piccola umana non riuscisse a conoscere anche quella parte di lei, legandosi alla parte più… “ Benevola”, come direbbero gli uomini… Di Ma’at.
Ma non la rifiutava, e questo era un buon segno. A suo tempo, sarebbe tornata ad essere un’unica entità.
Per ora c’era una spaccatura profonda, in lei… Ma’at stessa era divisa.
Ma non appena Ammut, fosse stata libera nell’anima che dividevano, si sarebbero fuse tre memorie e tre esperienza diverse.
Sorrideva Ma’at Tefnout, mentre avvertiva il sollievo di Iset nel lasciarla fare.
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