| Thutmosis camminava nervosamente in lungo ed in largo per la sala, dopo aver letto i rapporti che giungevano dalla frontiera, quindi si rivolse al Generale Keschem, comandante in capo del suo esercito:
"Se ciò che i rapporti dicono, è vero, i Mitanni si preparano ad un invasione dell'Egitto, non avrebbe altrimenti senso ammassare tutte quelle truppe, ma spero per voi, che il nostro esercito sia pronto ad intervenire"
"Si o Luce dei due Paesi, appena l'abbiamo saputo, in gran segreto, stiamo facendo confluire la nostra armata in punti strategici lungo il cofine, appena saremo pronti, colpiremo per primi, muovendoci da postazioni diverse, ma per riunirci poi alle porte del loro Regno. Ci credono disorgnizzati per via della trascuratezza che la tiranna ebbe dell'esercito, ma in pochi mesi, ci siamo riorganizzati bene."
"Meglio così, allora và e quando i preparativi saranno ultimati, io stesso sarò alla testa delle mie truppe"
"Si mio Pharaon"
e detto ciò, Kescem uscì dalla sala. In quel momento, un vecchio consigliere, presente al colloquio, chiese umilmente la parola al sovrano e dopo aver ottenuto il consenso parlò:
"Se davvero volete andare in battaglia, mio signore, dovrete anche pensare all'ipotesi che non possiate tornare, ora come ora, non possiamo rischiare l'anarchia"
Thutmosis capì benissimo a ciò che voleva alludere il vecchio
"Nessuna delle mie concubine è ancora rimasta incinta e quindi per il momento non vi sono eredi della mia dinastia"
"Ed una regina che possa prendere le redini del governo in caso di vostra dipartita?"
Che maledetto menagramo, pensò in mente sua il sovrano, ma il vecchio aveva ragione, ma chi, meritava così tanta fiducia da poter salire sul trono d'Egitto? Persino Neferty, si era rifiutaa di essere la sua consorte
"Attualmente, non vi sono donne in grado di reggere lo scettro, quindi dispongo fin da ora, che sarà regina d'Egitto, la prima delle mie concubine che mi darà un erede legittimo, maschio o femmina che sia"
e detto ciò, lo congedò, restando da solo
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