SEKHMET FINALMENTE A CORTE

LA DEA E IL SUO PADRONE FURONO ACCOLTI DALLE GUARDIE DI PALAZZO E FATTI ENTRARE SENZA PROBLEMI.
SEKHMET NON SI FECE RICONOSCERE ED ELUSE MAGISTRALMENTE LA SORVEGLIANZA DELLE SFINGI A GUARDIA DELL'ENTRATA.
NESSUNO LA RICONOBBE E COME AVREBBERO POTUTO VISTO LO SCUDO CHE MASCHERAVA LA SUA VERA IDENTITÀ?
SORRISE SODDISFATTA! FINALMENTE QUELLO SAREBBE STATO IL GRANDE GIORNO IN CUI L'ODIOSA MA'AT SAREBBE MORTA...

Thutmosis non aveva dormito bene, oscuri presagi, visioni di morte e strani inquietanti allarmi di pericolo, si erano susseguiti nei suoi sogni agitati, quasi che Ammon stesso, gli parlasse all'orecchio per metterlo in guardia.
Ma da cosa? Cosa gli dei avevano in serbo per lui?

I DUE ATTESERO NELLA SALA PRINCIPALE DI ESSERE RICEVUTI NELLA SALA DELLE UDIENZE...

Venne avvisato che due sconosciuti, chiedevano udienza, e seppur infastidito da quella visita insolita, diede ordine alle guardie, che li facesero passare

SEKHMET E L'UOMO CHE SI CREDEVA IL SUO PADRONE, VENNERO CONDOTTI NELLA SALA DEL TRONO...