LA SCONFITTA DI SEKHMET

LA DEA FU FATTA AVANZARE INSIEME AL SUO ACCOMPAGNATORE NELLA SALA DOVE, BELLO TRONFIO NEL SUO ABBIGLIAMENTO, SEDEVA IL FARAONE.
ABBASSÒ LO SGUARDO, PER MOSTRARE UNA FINTA RIVERENZA CHE NON PROVAVA.
DOV'ERA LA REGINA?
ERA CON LEI CHE VOLEVA PARLARE...
SORRISE SOTTO I BAFFI E ATTESE CHE IL SUO PADRONE OMAGGIASSE IL REGNANTE.
OVVIAMENTE LORO DUE NON POTEVANO PROFERIR PAROLA PRIMA CHE THUTMOSI PARLASSE.

"Chi siete e a cosa devo questa vostra misteriosa visita?"

domandò lui alzandosi a sovrastare i due

Rimase interdetto a quella visione, non era nè Iset e ne Ma'at ad essersi pesentata la suo fianco...che diavolo stava succedendo?

IL MERCANTE FU IL PRIMO A PRESENTARSI.

- VI PORGO I MIEI OMAGGI SUA ALTEZZA. SONO UN MERCANTE SIRIANO E PROVENGO DAL MERCATO DEL CAIRO DOVE HO AQUISTATO LA MIA NUOVA CONCUBINA. IL MIO NOME È SAMIR SAFAN, FIGLIO DI NADIR SAFAN. MI TROVO NELLA CAPITALE PER AFFARI E DESIDERAVO PORVERVI OMAGGIO IN QUALITÀ DI VOSTRO SUDDITO. DOVETE SAPERE CHE LE MIE ORIGINI SONO EGIZIANE. I MIEI NONNI SI TRASFERIRONO IN SIRIA IN CERCA DI FORTUNA MA NON LA TROVARONO. ORA IO HO ESAUDITO IL LORO SOGNO, FACENDO COMPRAVENDITA DI SETA PREGIATA. NEL MIO ANIMO SONO SEMPRE RIMASTO LEALE AL MIO PAESE, SIRE, ED È MIO DESIDERIO CONTINUARE AD ESSERLO.-

SPIEGÒ MOTIVANDO LA SUA VISITA A PALAZZO.

MENTRE SAMIR PARLAVA, SEKHMET SE NE STAVA TRANQUILLA CON IL CAPO CHINO.

"Siamo onorati dei tuoi omaggi, Mercante"

rispose Thutmosis, ignaro di ciò che stava per abbattersi sul suo palazzo