| Iset si ritrovò nella sala del tempio di Amon, trasportata lì dai poteri del figlio che premeva per venire alla luce. Si avviò verso l'ala del Tempio che sapeva dedicata al Tempio della Vita. Lì le sei nutrici che aveva conosciuto durante la gravidanza e da cui mlto aveva appreso, l'avrebbero aiutata a dare la vita. Sapeva che sarebbe stata dura, le avevano detto che il bambino era molto robusto e che ci sarebbero potuti essere problemi con il parto.. Ma non temeva nulla, nè il destino nè la morte. Un'ancella la vide e subito la riconobbe. Chiamò a gran voce e tre giovani fanciulle la aiutarono ad entrare nella Casa. Lì subito un profondo senso di pace la avvolse. Sì, li era al sicuro.. Riconobbe la Profetessa che avrebbe letto il destino del nascituro insieme alle sette profetesse di Hator e nulla ci fu bisogno di dire. La donna fissò la Regina piegata da una nuova contrazione, le avvolse i fianchi con un braccio e l'aiutò a distendersi. Iset fece per dire qualcosa, ma il dolore le fece serrare la mascella.
* So tutto Maestà, lo vedo chiaramente, come se fossi lì. Dovreste partorire nella casa del Faraone, ma la casa del Dio è più sicura e sono certamente gli Dei a volere la nascita di questo Principe..*
Le posò una mano sul ventre e avvertì tutta l'energia che fremeva per vedere la luce.
* Non temete, mia Signora, andrà tutto per il meglio...*
La sala parto fu allestita con solerzia e tutti i crismi dovuti. Era un padiglione arioso e adorno di fiori, un profumo fresco e rilassante permeava l'aria. La Regina avrebbe partorito nuda, come tutte le donne, seduta col busto eretto su lastre di pietra tiepide, ricoperte di petali di rose, simbolo del destino del nuovo nato. Le levatrici giunsero, vestita di una lunga tunica bianca ed una collana di turchesi ed aiutarono la Regina a prepararsi e a raggiungere la sala dove avrebbe partorito. Le sei donne era esperte e pronte, nonostante fossero a conoscenza della situazione dimostravano nervi saldi e calma fredda. La prima delle levatrici, avrebbe sostenuto la Regina, stringendola alla vita sino alla fine, la seconda sarebbe stata solerte ad intervenire in ogni momento e avrebbe seguito tutto l'evolversi del parto, la terza avrebbe ricevuto il bambino fra le mani aperte , la quarta gli avrebbe prestato le prime cura, la quinta era la nutrice vera e propria, il cui latte avrebbe sostenuto la crescita del Principe e la sesta, porgeva alla Regina le due chiavi della Vita, che Iset avrebbe dovuto stringere sino al primo vagito del piccolo. Il corpo di Iset fu a lungo massaggiato con olii e dopo aver applicato cataplasmi al suo basso ventre, la capolevatrice le fasciò strettamente l'addome per affrettare il parto che si preannunciava pericoloso quanto doloroso. La donna controllò la dilatazione della Regina e vi inserì una pasta di resina di terebito, cipolla, latte, finocchio e sale, mentre all'esterno spalmò un preparato che avrebbe attenuato il dolore. Iset gemette per una nuova contrazione che le irrigidì i muscoli del ventre. La presa della prima levatrice si fece più salda, mentre iniziava con le formule rituali
* Che la Dea Hator, conceda un figlio alla Regina. Che la malattia non lo tocchi: sparisci, Demone che emergi dalle tenebre, che entri subdolo con il viso voltato all'indietro! Tu non ghermirai questo bambino, non lo farai addormentare, non gli farai del male, non lo porterai via! Che lo spirito arrivi e lo animi, che nessun maleficio lo tocchi, che le stelle gli siano favorevoli!*
Iset contrasse le mascelle, ingoiando gemiti di dolore. Era ormai il tramonto quando le contrazioni ravvicinate preannuciavano l'inizio del momento più difficile. La Regina era stanca e dolorante, le introdussero in bocca una pasta a base di fave, in modo da poter stringere i denti senza ferirsi. Il dolore le squarciava il ventre e si irradiava a tutto il corpo. D'improvviso null'altro esisteva se non quel dolore. MA la conclusione era vicina e con un ultimo disperato grido, la Regina diede la vita...
Il nascituro fu accolto dalla levatrice e subito Iset strinse le mani intorno alle chiavi sperando e pregando di sentire il pianto di suo figlio. La levatrice gli liberò la gola e subito il Principe pianse e urlò a gran voce la sua vita.
* E' un maschio nato nel Sangue Maestà, sarà un grande Guerriero, forte e coraggioso...*
Disse la capolevatrice, tergendosi la fronte dal sudore, mentre le altre donne si occupavano del secondamento della Regina. Le mostrarono l'integrità della placenta e subito l'avvolsero in strette fasce, dopo averla spalmata di creme ed olii che non le avrebbero lasciato i segni della gravidanza.
*... Ed è nato con gli occhi aperti. Sarà giusto e leale, pupillo degli Dei.*
Continuò la donna, porgendo il bambino alla profetessa. Questa uscì recandosi nella stanza attigua dove fu circondata dalle altre sacerdotesse di Hator. Iset era impaziente e preoccupata, voleva vedere suo figlio, ma la seduta durò a lungo, tanto che prima di poterlo vedere, fu portata e sistemata in una camera, pulita e spaziosa, dalle grandi finestre che lasciavano entrare l'aria fresca e profumata della Notte. Quando vide la profetessa tentò di alzarsi, ma le fu impossibile. La donna le si avvicinò e parlò, stringendo ancora il Principe fra le braccia.
* Gli Dei sono con lui Maestà, questo Principe della dinastia di Amon, regnerà e porterà lo splendore in tutto il Regno. In lui forti sono Giustizia e Coraggio e sempre lotterà per ciò che reputa giusto...*
Le porse il nascituro e dopo essersi inchinata, uscì lasciando soli madre e figlio. Iset contemplava quella meraviglia che afferrava e scalciava l'aria. Era forte e robusto nella sua morbidezza.. Una soffice peluria nera gli copriva il capo, Iset la sfiorò con stupore. Finalmente conosceva il proprio figlio. Il bambino storse la boccuccia rosa, corrugò la fronte ed infine aprì gli occhi. Iset gli sorrise e per un lungo istante si fissarono in silenzio. Gli occhi erano azzurri come per tutti i neonati. Ma uno aveva sfumature cobalto, e sapeva che sempre sarebbe stato così. In quelle sfumature, solo i più accorti avrebbero intuito la natura divina del Principe, un Dio fatto e finito, filio di Ma'at.
" Ben giunto, Figlio Mio, presto tuo Padre deciderà il tuo nome mortale... Ma nelle ere future ed eterne sarai chiamato Sinuhè, e sempre sarai riconosciuto come figlio di Ma'at, portando nel tuo nome, il suo albero Sacro e suo simbolo."
Le fiammelle delle candele parvero danzare più alte in risposta, mentre il piccolo emetteva un nuovo vagito. Iset gli sorrise di nuovo, stringendolo a se e sorridendogli, rapita..
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