Isis

La nascita del Principe d'Egitto., Nella Casa della Vita.

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Iset
view post Posted on 20/8/2007, 10:45




Iset si ritrovò nella sala del tempio di Amon, trasportata lì dai poteri del figlio che premeva per venire alla luce.
Si avviò verso l'ala del Tempio che sapeva dedicata al Tempio della Vita. Lì le sei nutrici che aveva conosciuto durante la gravidanza e da cui mlto aveva appreso, l'avrebbero aiutata a dare la vita.
Sapeva che sarebbe stata dura, le avevano detto che il bambino era molto robusto e che ci sarebbero potuti essere problemi con il parto.. Ma non temeva nulla, nè il destino nè la morte.
Un'ancella la vide e subito la riconobbe. Chiamò a gran voce e tre giovani fanciulle la aiutarono ad entrare nella Casa.
Lì subito un profondo senso di pace la avvolse. Sì, li era al sicuro.. Riconobbe la Profetessa che avrebbe letto il destino del nascituro insieme alle sette profetesse di Hator e nulla ci fu bisogno di dire.
La donna fissò la Regina piegata da una nuova contrazione, le avvolse i fianchi con un braccio e l'aiutò a distendersi. Iset fece per dire qualcosa, ma il dolore le fece serrare la mascella.


* So tutto Maestà, lo vedo chiaramente, come se fossi lì.
Dovreste partorire nella casa del Faraone, ma la casa del Dio è più sicura e sono certamente gli Dei a volere la nascita di questo Principe..*

Le posò una mano sul ventre e avvertì tutta l'energia che fremeva per vedere la luce.

* Non temete, mia Signora, andrà tutto per il meglio...*

La sala parto fu allestita con solerzia e tutti i crismi dovuti. Era un padiglione arioso e adorno di fiori, un profumo fresco e rilassante permeava l'aria.
La Regina avrebbe partorito nuda, come tutte le donne, seduta col busto eretto su lastre di pietra tiepide, ricoperte di petali di rose, simbolo del destino del nuovo nato.
Le levatrici giunsero, vestita di una lunga tunica bianca ed una collana di turchesi ed aiutarono la Regina a prepararsi e a raggiungere la sala dove avrebbe partorito. Le sei donne era esperte e pronte, nonostante fossero a conoscenza della situazione dimostravano nervi saldi e calma fredda.
La prima delle levatrici, avrebbe sostenuto la Regina, stringendola alla vita sino alla fine, la seconda sarebbe stata solerte ad intervenire in ogni momento e avrebbe seguito tutto l'evolversi del parto, la terza avrebbe ricevuto il bambino fra le mani aperte , la quarta gli avrebbe prestato le prime cura, la quinta era la nutrice vera e propria, il cui latte avrebbe sostenuto la crescita del Principe e la sesta, porgeva alla Regina le due chiavi della Vita, che Iset avrebbe dovuto stringere sino al primo vagito del piccolo.
Il corpo di Iset fu a lungo massaggiato con olii e dopo aver applicato cataplasmi al suo basso ventre, la capolevatrice le fasciò strettamente l'addome per affrettare il parto che si preannunciava pericoloso quanto doloroso. La donna controllò la dilatazione della Regina e vi inserì una pasta di resina di terebito, cipolla, latte, finocchio e sale, mentre all'esterno spalmò un preparato che avrebbe attenuato il dolore.
Iset gemette per una nuova contrazione che le irrigidì i muscoli del ventre. La presa della prima levatrice si fece più salda, mentre iniziava con le formule rituali


* Che la Dea Hator, conceda un figlio alla Regina. Che la malattia non lo tocchi: sparisci, Demone che emergi dalle tenebre, che entri subdolo con il viso voltato all'indietro! Tu non ghermirai questo bambino, non lo farai addormentare, non gli farai del male, non lo porterai via! Che lo spirito arrivi e lo animi, che nessun maleficio lo tocchi, che le stelle gli siano favorevoli!*

Iset contrasse le mascelle, ingoiando gemiti di dolore. Era ormai il tramonto quando le contrazioni ravvicinate preannuciavano l'inizio del momento più difficile.
La Regina era stanca e dolorante, le introdussero in bocca una pasta a base di fave, in modo da poter stringere i denti senza ferirsi.
Il dolore le squarciava il ventre e si irradiava a tutto il corpo. D'improvviso null'altro esisteva se non quel dolore. MA la conclusione era vicina e con un ultimo disperato grido, la Regina diede la vita...


Il nascituro fu accolto dalla levatrice e subito Iset strinse le mani intorno alle chiavi sperando e pregando di sentire il pianto di suo figlio. La levatrice gli liberò la gola e subito il Principe pianse e urlò a gran voce la sua vita.


* E' un maschio nato nel Sangue Maestà, sarà un grande Guerriero, forte e coraggioso...*

Disse la capolevatrice, tergendosi la fronte dal sudore, mentre le altre donne si occupavano del secondamento della Regina. Le mostrarono l'integrità della placenta e subito l'avvolsero in strette fasce, dopo averla spalmata di creme ed olii che non le avrebbero lasciato i segni della gravidanza.

*... Ed è nato con gli occhi aperti. Sarà giusto e leale, pupillo degli Dei.*

Continuò la donna, porgendo il bambino alla profetessa. Questa uscì recandosi nella stanza attigua dove fu circondata dalle altre sacerdotesse di Hator.
Iset era impaziente e preoccupata, voleva vedere suo figlio, ma la seduta durò a lungo, tanto che prima di poterlo vedere, fu portata e sistemata in una camera, pulita e spaziosa, dalle grandi finestre che lasciavano entrare l'aria fresca e profumata della Notte.
Quando vide la profetessa tentò di alzarsi, ma le fu impossibile. La donna le si avvicinò e parlò, stringendo ancora il Principe fra le braccia.


* Gli Dei sono con lui Maestà, questo Principe della dinastia di Amon, regnerà e porterà lo splendore in tutto il Regno. In lui forti sono Giustizia e Coraggio e sempre lotterà per ciò che reputa giusto...*

Le porse il nascituro e dopo essersi inchinata, uscì lasciando soli madre e figlio. Iset contemplava quella meraviglia che afferrava e scalciava l'aria. Era forte e robusto nella sua morbidezza.. Una soffice peluria nera gli copriva il capo, Iset la sfiorò con stupore. Finalmente conosceva il proprio figlio. Il bambino storse la boccuccia rosa, corrugò la fronte ed infine aprì gli occhi.
Iset gli sorrise e per un lungo istante si fissarono in silenzio. Gli occhi erano azzurri come per tutti i neonati. Ma uno aveva sfumature cobalto, e sapeva che sempre sarebbe stato così. In quelle sfumature, solo i più accorti avrebbero intuito la natura divina del Principe, un Dio fatto e finito, filio di Ma'at.


" Ben giunto, Figlio Mio, presto tuo Padre deciderà il tuo nome mortale... Ma nelle ere future ed eterne sarai chiamato Sinuhè, e sempre sarai riconosciuto come figlio di Ma'at, portando nel tuo nome, il suo albero Sacro e suo simbolo."

Le fiammelle delle candele parvero danzare più alte in risposta, mentre il piccolo emetteva un nuovo vagito. Iset gli sorrise di nuovo, stringendolo a se e sorridendogli, rapita..
 
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Iset
view post Posted on 3/9/2007, 13:20




Le ore passavano lente in quella stanza, così ovattata e sicura, lontana da tutti.
Iset teneva ancora fra le braccia il proprio neonato, ora placidamente addormentato.
Lo fissava e sorrideva, già innamorata di quel figlio che le sembrava di conoscere da sempre e che pure le era ancora sconosciuto.
Più lo fissava e più concordava con se stessa: era davvero bellissimo, degno di essere un Dio.
Robusto e paffuto, dimostrava un'energia comune per i nuovi nati eppure pareva già possedere un cipiglio non indifferente.
I seni avevano preso a dolerle, ma doveva aspettare ancora qualche ora, prima di sfamare per la prima volta suo figlio. L'avrebbe allattato per poche settimane e poi l'avrebbe consegnato alla balia che l'avrebbe allattato sino al quarto anno d'età. Le piangeva il cuore a quel pensiero. Perchè non poteva sfamare da sè il proprio figlio? Ma conosceva la risposta e si arrese all'evidenza.
Portò lo sguardo al cielo notturno e si scoprì combattuta. Voleva sapere come si erano evoluti gli eventi, ma al tempo stesso, non voleva mettere in pericolo la propria creatura.
Pensava a suo padre Rà, a Shu... Ignoravano davvero quanto accadeva a Palazzo?
Ed Ophois... Il suo ricordo le causò una dolorosa fitta al cuore. Gli voleva bene, era ancora il suo più caro amico... E Ma'at lo amava, di un amore puro e forte, che avrebbe resistito al tempo.
Davvero non voleva credere che l'avesse tradita. No, non poteva essere. Non voleva credere a quel che i suoi occhi avevano veduto.
Un'altra dolorosa fitta al cuore. Ma'at piangeva. Anche Tefnout... Di un dolore inconsolabile e tanto forte da turbare il sonno del piccolo Sinuhè che si svegliò agitato.


Edited by Iset - 18/9/2007, 10:34
 
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Iset
view post Posted on 18/9/2007, 09:47




Le ore divennero giorni e la mancanza di notizie la rendeva nervosa.
Le sacerdotesse non volendo farla agitare, le dicevano poco o niente e Iset iniziava a spazientirsi.
Voleva sapere cos'era accaduto a palazzo, dopo che lei se ne era andata. Dov'era il Faraone? Che fine aveva fatto? E gli Dei che banchettavano con gli abitanti del palazzo?
Più e più volte cercò di strappare informazioni alle donne che entravano nella sua stanza per aiutarla, ma queste imbarazzate, scotevano il capo e fuggivano mormorando scuse e preghiere.
Non era ancora pronta ad alzarsi, il parto era stato più difficile e doloroso del previsto, visto le dimensioni del nascituro. Così mandò a chiamare la Profetessa.
Con sforzo non indifferente si era alzata ed ora la attendeva seduta su di una poltroncina dinanzi la finestra. La schiena dritta, le mani giunte in grembo e l'espressione severa e determinata.
La fece accomodare dinanzi a se e le disse che era suo dovere sapere cosa accadeva nel palazzo che era divenuto la sua casa e al popolo che ora doveva proteggere. Era un suo preciso dovere e lo avrebbe assolto fino alla fine.
La Sacerdotessa dopo attimi di silenzio, in cui ragionava sul da farsi decise di trovare le parole adatte. Sapeva che la Regina aveva ragione ma sapeva anche che quelle notizie, nel suo stato l'avrebbero potuta danneggiare.
Le disse che gli Dei erano intervenuti a porre fine a quel massacro, che le vittime erano state ricomposte ed erano pronte per loro sepolture da eroi. Il popolo sapeva poco niente, se non che Sekhmet aveva tentato una presa al potere e Amon Rà l'aveva fermata, proteggendo il Principe e facendolo nascere in un luogo sicuro. Il Faraone stava bene ma non la veniva a trovare per scongiurare eventuali nuovi pericoli.
Iset no riuscì ad estorcerle altro e sapeva che quella che le era stata raccontata era una mezza verità. Congedò la Sacerdotessa e rimase di nuovo sola con i suoi dubbi, mentre suo figlio dormiva placido nella culla.
 
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Neferty
view post Posted on 1/10/2007, 14:10




In quel mentre bussarono timidamente alla porta.
Neferty aveva il cuore in gola.
Da troppo tempo aspettava quell'incontro con l'amata cugina ma sapeva anche che in quell'occasione avrebbe dovuto dare risposta a molti perchè.
Sentiva di non poter mentire alla Dea, non ora che Sekhmet aveva scatenato quel putiferio e lei non era lì per aiutarla.
Voleva molto bene ad Iset nonostante la differenza d'età che non aveva mai veramente avvertito.
Neferty si fece coraggio e tentò di stamparsi in volto un sorriso convincente.
Quindi sospirò ed aspettò un segnale per poter entrare nella stanza.
 
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¤.Mëlian.¤
view post Posted on 1/10/2007, 15:58




Neferty?
Nefer la chiamò timidamente, mentre si recava verso la stanza dove le avevano detto, si trovava Iset.
Sapeva della nascita di suoi figlio, l'aveva avvertito.. si stupì un poco di trovarla lì, ma non più di tanto: sapeva che lei e Iset erano unite da una profonda amicizia, nonchè dal legame di parentela..
Nefer si sentì a disagio, vestita da Gran Sacerdotessa, ora che Neferty non lo era più. Anche le altre sacerdotesse si stupirono, e si lanciarono delle occhiate curiose, e anche un pò preoccupate.

sei qui per Iset, non è così?
 
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Iset
view post Posted on 1/10/2007, 16:06




" Avanti..."

La voce che giunse dall'interno era ferma e sicura.
Iset era seduta sul letto, la schiena sorretta da alcuni cuscini, morbidamente imbottiti.
Il piccolo Sinuhè dormiva placidamente, sazio e sereno.
Mentre la madre era irrequieta e pensierosa..
 
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¤.Mëlian.¤
view post Posted on 1/10/2007, 16:17




Nefer lanciò un'occhiata incoraggiante a Neferty, ed entrò assieme a lei.
Trovò Iset coricata, e il piccolo che dormiva.
Si avvicinò a lei, ma si ricordò che ormai non poteva più salutarla liberamente come un tempo..

Salute a te, Regina d'Egitto.
disse sorridendole dolcemente.. guardò il piccolo nella culla, ed un brivido piacevole le passò per la schiena..
 
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Iset
view post Posted on 1/10/2007, 16:34




Lo sguardò le si illuminò riconoscendo la dolce Nefer che faceva ingresso nella sua stanza. Fece per alzarsi e correrle incontro, rassicurandola che non vi era bisogno di saluti tanto cerimoniosi, lontane da occhi indiscreti, ma una fitta di dolore e la vista dei paramenti sacri che vestiva la bloccarono sul nascere.

" Salute a te, Sacerdotessa... Vedo che molte cose sono cambiate..."

La fissava con curiosità ed un velo di tristezza. Avrebbe tanto voluto poterla abbracciare in quel momento, per non sentirsi più così isolata come era stata.
Notò un'altra figura sulla porta e si sporse per capire chi fosse.
L'emozione le serrò la gola e quasi non le riuscì di chiamarla.


" Neferty...."
 
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¤.Mëlian.¤
view post Posted on 1/10/2007, 16:36




sono cambiate.. sì.. lanciò un'altra occhiata al bambino, e poi si fermò a fissare Neferty. Si sentiva di troppo, così si allontanò per concedere loro una relativà intimità.
Si avvicinò alla finestra, osservando il paesaggio.
Notò che Iset non era più la ragazza allegra di un tempo: sembrava non uscisse da giorni, che non vedesse la luce del sole da troppo tempo.
Mordendosi un labbro, rimase in silenzio, cercando di non essere di troppo
 
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Neferty
view post Posted on 2/10/2007, 05:59




Neferty si scosse dalla trance che l'aveva colta e parlò, ma inaspettatamente non si rivolse alla cugina:

- Nefer, ho tante cose da dirti in privato. Ti prego di ospitarmi, più tardi, nei tuoi alloggi.-

disse con un velo di tristezza nella voce ed evitando di guardare Iset, che magnifica e fragile le si stagliava dinanzi.
Ma non poteva rimandare ulteriormente quel momento. In fondo, si trovava al Tempio solo per quello.

- Ciao Iset.-

aggiunse rompendo il silenzio che le sue ultime parole aveva generato.
Fece lentamente qualche passo, per avvicinarsi alla Regina e si fermò a pochi centimetri da lei.

- Come stai?-

chiese senza mostrarle quanto in realtà fosse felice di vederla.

 
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Iset
view post Posted on 2/10/2007, 10:06




Le sorrise radiosa, come non le capitava ormai da troppo tempo.
E se prima il dolore al ventre ed agli arti l'aveva fermata, non lo fece ora.
Si alzò dal letto, colmando la distanza che le divideva ed abbracciò con calore la cugina, sospirando soddisfatta.
Si volse verso Nefer, sorridendole con egual serena dolcezza, invitandola ad avvicinarsi. Tese la mano, attendendo che la fanciulla la prendesse.


" Bene ora che vi vedo, davvero molto meglio... E voi? Cos'è accaduto?"

Domandò con l'innocente sorriso di chi non nulla sa.
 
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Neferty
view post Posted on 2/10/2007, 10:36




Neferty rispose all'abbraccio della cugina e poi si scostò per fare spazio a Nefer, alla quale lanciò uno sguardo d'intesa.
Erano accadute molte cose, forse troppe per poterle sinetizzare in due parole.
Non voleva essere la prima a recar dolore ad Iset, quindi attese che fosse Nefer ad iniziare quella discussione....
 
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Master Isis
view post Posted on 3/10/2007, 01:34




Il piccolo Dio si svegliò nella sua culla, senza alcun suono, se non un sospiro, mentre agitava i pugnetti chiusi nell'aria che parve da subito farsi più densa e carica d'energia.
Le fiammelle delle candele e del brucia essenze, vibrarono visibilmente, come scosse da un forte vento, ma la luce diurna non permise alle tre donne di rendersene conto.
Le fiamme parvero chetarsi e piegarsi su se stesse e quando Sinuhè proruppe in un vagito corrugando la fronte si alzarono impetuose nella loro minuta graziosità. Infine tutto tacque, tornando normale, mentre il piccolo Principe reclamava per sè le attenzioni delle visitatrici.

Al palazzo nel frattempo, ormai sano e salvo, il Faraone, tornava in sè...
 
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¤.Mëlian.¤
view post Posted on 3/10/2007, 09:50




Guardò Neferty, e sospirando, prese parola ricordi cara Iset, quando ti dissi che avrei lasciato la casa del Faraone, per diventare sacerdotessa?
mentre parlava, le sembrava di ricordare tutto come se fosse ieri..la decisione di andare via, di aver capito che il Faraone preferiva Iset, la voglia di ricominciare una nuova vita.. tutto ciò le si parò davanti, come se lo stesse rivivendo di nuovo
ebbene, andai via subito, e venni accolta nel tempio dove Neferty..era la Gran Sacerdotessa sperò che Iset non notasse che Nefer avesse parlato al passato
ma di lei non se ne sapeva nulla, ricordi?io nel mentre iniziai i miei studi come sacerdotessa di Iside, e mi recai all'Isola di File, dove tutto ebbe inzio.
fece una piccola pausa e poi riprese
quando tornai, mi dissero che Neferty era tornata a casa. Ma non la trovai nei suoi alloggi..trovai una lettera, in cui mi spiegava che voleva che fossi io la nuova Gran Sacerdotessa non riuscì a guardare negli occhi Iset, forse per timore di leggere un'accusa nei suoi occhi
prima di accettare, ho pensato tantissimo..io non avevo nemmeno finito gli studi, nel mio passato c'era qualcosa di cui non andavo fiera..ma la Dea Iside mi aveva chiamato, dicendomi che quella era la mia strada..
sospirò di nuovo, e si voltò verso il piccolo che cominciava a piagnucolare. Si avvicinò, evitando di guardare Iset, e accarezzò nella guancia il bambino.
Sembrava l'avesse chiamata a sè: perchè quando lo toccò, avvertì un formicolio nelle mani, una sorta di campanello di allarme..ma non era come quella donna.. sembrava..qualcosa di più complesso..
 
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Iset
view post Posted on 3/10/2007, 09:57




Pregò che Nefer non si fosse resa conto del cambio di energia nell'aria e che il bambino non si mettesse a fare altri... " Giochetti".
La ascoltò con attenzione ed in silenzio, infine le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla e cercando i suoi occhi


".. E sei felice?"

Le domandò come prima cosa l'amica, in un dolce sorriso.
 
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