| quando aveva capito che Neferty le aveva lasciato in eredità un grande dono, Nefer ci pensò molto, prima di accettare. ormai vedeva la sua vita dedicata agli Dei, specie alla dea Iside. Per cui, fece ciò che Neferty le aveva chiesto; diventare Gran Sacerdotessa. La festa per la sua nomina era ormai finita, e adesso lei era la Gran sacerdotessa a tutti gli effetti. Camminò lungo la navata del tempio, aiutando le sue sorelle. Ci fu molto da fare; gente che chiedeva consigli, preghiera, gente che chiedeva grazie. Nefer cercò di poter ascoltare tutti, di dare a tutti una parola di conforto. Quella sera, tornò esausta nella sua stanza - una volta appartenuta a Neferty - Le sue ancelle, le prepararono il bagno, e fu un sollievo sentire l'acqua fresca addosso. Si lavò, si rivestì, si mise i profumi, e si affacciò dal suo balconcino. Il sole, volgeva al tramonto, ma quella parte della stanza non era illuminata dal sole, ed era abbastanza fresca. Uscì, appoggiandosi al muro del balconcino, lasciò che i suoi pensieri scorressero liberi, senza contare che si utriva di quello spettacolo meraviglioso. Rimase sola per una grande quantità di tempo, prima che fosse servita la cena. Arrivò una delle ancelle, che le chiese di poter incontrare una donna. Nefer si stupì, ma acconsentì: la donna entrò, avvolta da pesanti mantelli da viaggio, sorretta da altre donne. Fu chiaro: era come se fosse posseduta da una energia maligna. La fece distendere, aiutata dalla sorelle, e prendendo le mani delle altre sacerdotesse, fecero un cerchio: cantarono, pregarono e cantarono di nuovo. La donna cominciò ad urlare, ad agitarsi, a gridare parole sconnesse. Dopo quelle che le parvero ore, la donna si rilassò, non prima di aver espulso il demone che era in lei. Respirò normalmente, e anche Nefer. Aspettarono che si risvegliasse, e Nefer consigliò alle altre donne cosa dovevano fare. Quando uscirono, lasciandola sola, si distese a letto, esausta
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