Gyasi, con Neferty stretta al fianco era ormai quasi giunto alle porte della propria Reale dimora, ma qualcosa lo fermò dal rivelarsi. Strani movimenti riempivano Assuan e non lasciavano pensare a nulla di buono.
Fu così che deviò la propria meta, portando Neferty
all'Oasi, promettendole che sarebbe tornato presto a prenderla. Un baldacchino stava all'ombra delle palme dove una dolce brezza spirava. Un tappeto, dei morbidi cuscini ed un basso tavolino, dove stava un vassoio con dei datteri freschi. Tutto attendeva la giovane. La lasciò con un ultimo tenero bacio, arrivando ad Assuan in meno d'un batter di ciglia.
Comparve in tutta la sua magnificenza all'inizio del lungo tratto di strada che conduceva direttamento al suo palazzo.
Mosse i primi passi che risuonarono in una sinistra eco e nulla accadde.
Giunto a metà della lunghezza si fermò a guardarsi attorno... Cosa aspettavano?
Non fece in tempo a muovere il passo successivo che una miriade di vampiri gli si avventò contro.
Lo mordevano, lo graffiavano, lo colpivano con armi pesanti o a mani nude. Creature di ogni età e potenza che tradivano ed attaccavano il proprio Re.
Urli di dolore e di guerra riecheggiavano per Assuan, i Vampiri pesando di infierire parlavano al loro Re dell'offerta di Anubis.
Fu forse questo il loro più grosso passo falso.
Con un ruggito Gyasi riuscì a liberarsi ed ancora sporco ed insanguinato si erse in tutta la sua altezza, librando a mezz'aria
Voi! Sciocchi traditori come pensate che potrei infierire sui miei figli?! Io che vi ho portato alla gloria ed alla prosperità!
La vostra vanità vi ha portato alla sconfitta! Potrei uccidervi tutti per questo, mi basterebbe volerlo. E come pensate che voglia farlo ora, momento a noi più propezio che ci accingiamo ad entrare in un'era in cui gli Dei temono noi a tal punto da voler intervenire!
Ho scelto la mia sposa in piena libertà, come osate anche solo pensare che così non sia stato?
Stolti! Tuonò il Re e tutta Assuan tacque. I vampiri, chi contrito, chi furioso, chi dubbioso fissavano il Re e le facce dei loro fratelli e si risolsero ad inchinarsi a colui che aveva dato loro vita e potere, implorando il suo perdono.
Gyasi li fissò in silenzio, con un'espressione indecifrabile negli occhi, prima di sorridere compiaciuto.
Avrete il mio perdono poichè ingannati. Ma se oserete ribellarvi nuovamente a me, sappiate che vi schiaccerò come formiche e che osserverò le vostri carni divenire cenere..Altro non disse e sparì nel nulla alla volta dell'Oasi.
