Silente arrivo.

Apparve in silenzio, nel buio di un vicolo adiacente al Tempio.
Una nube nera e densa si amalgamò in se stessa sino a brendere sembiante umanoide ed in infine, lasciò trapelare la fisionomia di un uomo avvolto da un pesante mantello.
Gyasi attendeva Neferty, non riuscendo a starle più lontano di così. Doveva sapere e scoprire cosa ne sarebbe stato di lui, di loro...
Poggiò le spalle alla fresca parete dell'edificio e rimase così, coperto dal mantello, in silenzio, senza badare a nulla o nessuno.

Neferty uscì dal Tempio con il cuore in gola e la testa che le scoppiava. Ora si trovava ad una svolta importante, decisiva. Il suo destino stava per cambiare definitivamente.
Sospirò fragilmente ma da quel semplice gesto prese coraggio e si incamminò verso Tebe e il magazzino che conteneva tutti i suoi effetti personali. Fra poco avrebbe dato l'ordine di far partire tutte le sue cose alla volta di Assuan.
Stava pensando ancora a Gyasi, non riusciva a toglierselo dalla testa.
Ad un certo punto credette persino di vederlo, nascosto nella penombra di un vicolo.

Neferty...

Chiamò infatti lui, sicuro che l'avesse scorto.
Rimase in ombra ma si pose al centro del vicolo, ben ritto in piedi, attendendo che lo raggiungesse, lontano dagli sguardi curiosi dei tebani.

Neferty sgranò gli occhi e percorse la distanza che li separava come avesse le ali.

- Gyasi sei proprio tu!-

esclamò felice mentre gli si lanciava addosso con tutto il suo dolce peso e poggiava la guancia sinistra sul suo petto.

La strinse a se e si riempì i polmoni del dolce profumo dei suoi capelli. Li carezzò constatandone la sericità sulle punte delle dita e sorrise, baciandole la sommità del capo.

Sentivo la tua mancanza, quanto tu la mia.. Non sono riuscito a resistere oltre e sono corso da te.

Neferty lo strinse più forte. La mano che le carezzava i capelli, aveva in sé la forza dell'amore e la giovane attinse a quell'energia con ogni fibra del suo essere.
Si sentiva bene adesso, protetta, al sicuro. Avrebbe potuto seguirlo fino alla bocca dell'inferno; ovunque il vampiro avesse voluto. A lei non importava più nulla, perchè niente aveva significato lontano dal suo adorato.

- Pazzo, pazzo di un vampiro! Questo è un luogo pericoloso per te. Proprio di fronte al Tempio di Amon!-

disse alzando la testa e guardandolo negli occhi.

Per te, questo ed altro mia amata, sarei pronto a sfidare il Dio in persona per una tua parola.

Lesussurrò, coccolandola dolcemente, stringendola a se e cullandole la testa sul proprio petto.

- Oh, non dire fesserie Gyasi. Non ce n'è bisogno.-

disse scostandosi da lui.

- Ho riflettuto molto, come ti ho già accennato...non sono una sciocca e non lo sono mai stata. Nonostante quello che provo per te, e che tu hai imparato a coltivare nel tuo cuore, io ho una vita. Fatta di inni, incenso e devozione. Provengo da una realtà troppo diversa dalla tua, quella stessa realtà che mi ha insegnato a diffidare di tutti coloro che non sono umani o divini.
-

esordì Neferty.

Non rispose, non ce n'era bisogno.
Rimase in silenzio, composto, attendendo le sue nuove parole.
Quindi l'avrebbe lasciata con un ultimo bacio e avrebbe fatto ritorno ad Assuan... No, meglio allontanarsi dall'Egitto, dove il ricordo di lei sarebbe stato in ogni dove.
Meglio la Persia o la sconfinata e quasi intoccata India o ancora la fastosa Cina...
Ma già sapeva che i ricordi l'avrebbero inseguito in ogni dove.

- Ma ho imparato anche che se c'è qualcosa di veramente importante nella vita è seguire il proprio istinto. Quello che sto per fare non è avventato o dovuto a pulsazioni incontrollate. La mia scelta, per quanto difficile e tormentata, sono convinta sia quella giusta. Ho lasciato il Tempio del mio Dio e il suo comando ad un'altra sacerdotessa e ho salutato i miei amici e familiari, dicendo loro che sarei tornata a trovarli di tanto in tanto ma che avrei seguito il mio cuore. Gyasi io ti amo. Ti amo dal più profondo di me stessa e quindi mi trasferisco ad Assuan.-

continuò Neferty, con gli occhi lucidi e un sorrisino ebete.

L'espressione che assunse non gli si addiceva di certo. Per razza, età, esperienza e si, anche per un fatto meramente d'immagine.
Ma Gyasi era rimasto senza parole, la bocca schiuse e gli occhi fissi sul viso di lei, quasi fosse costretto a leggerne il labiale.
Era una statua di sale. Rimase in quella pietosa condizione per qualche attimo ancora ed infine con voce malferma le domandò

... Dici davvero?

- Beh si...sempre che tu lo voglia ancora!-

rispose lei sdrammatizzando.

S- si, ma certo, certo che lo voglio!

Rispose ridendo gioioso.
Prese Neferty fra le braccia alzandola dal terreno e baciandola con ardente passione, senza darle tempo di replicare.

ricambiò appassionatamente il bacio, rimanendo senza fiato.
Com'era bello stare tra le sue braccia!

Gyasi riprese il controllo di sè e pur non rimettendola a terra, il sorriso si fece più pacato, ma gli occhi rimaneva accesi e lucidi d'emozione.

Farò in modo che nulla venga a mancarti o che tu abbia a che pentirtene..